Trivellazioni, Zurlo: chiediamo l’intervento del principio di precauzione

Crotone Attualità
Stanislao Zurlo

“L’Amministrazione provinciale da me guidata è sempre stata attenta alle tematiche ambientali perché la tutela del territorio è al primo posto dell’agenda politico-amministrativa”. È quanto dichiara il presidente della Provincia di Crotone, Stano Zurlo, all’indomani della seduta del Consiglio convocato per una discussione sulla richiesta di permesso per la ricerca di idrocarburi nel Mar Jonio.

“Sulla problematica -dichiara Zurlo- unitamente all’assessore all’Ambiente Salvatore Claudio Cosimo ed ai tecnici dell’Ente Voce e Filice abbiamo scritto ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico con la quale chiediamo l’intervento del principio di precauzione giusto art. 301, d.lgs. 152/2006”. “Si ritiene -si legge nella missiva- di dover sottoporre ad ulteriore attenzione quanto segue: la grande frana sottomarina in prossimità della costa crotonese, di cui si è pubblicata notizia da Geographycal Research Letter (su ricerche dell’INGV, CNR, Università della Calabria, di Messina e Roma Tre) nello scorso mese di settembre, acuisce le preoccupazioni sulle problematiche geologiche e sismiche già oggetto di osservazioni di questa Provincia sui recenti procedimenti VIA relativi a ricerche petrolifere nel mar Jonio.

In particolare –prosegue la missiva inviata ai Ministeri- si teme che i problemi di subsidenza e della faglia di Cirò Marina, la subsidenza e la grande frana sottomarina del crotonese, il movimento annuale di otto millimetri del crotonese verso sud-est (in contrasto con il movimento della Calabria di cinque millimetri/anno verso nord), possano degenerare violentemente anche a causa di eventuali squilibri tensionali sulle cavità sotterranee interessate da sfruttamento di idrocarburi.

Il mar Jonio è “chiuso” in una estensione relativamente modesta ed in effetti una eventuale perdita di idrocarburi non potrebbe minimizzarsi in nessun modo. In particolare si teme il disastro ambientale ed effetti gravi sulla salute sia a breve che a lungo termine. Quanto sopra, oltre le altre osservazioni già espresse di concerto con l’assessore pro-tempore all’Ambiente Ubaldo Prati, aggrava il rischio di pericolo di vita, tanto da richiedere, come si chiede, l’intervento del principio di precauzione giusto art. 301, d.lgs. 152/2006”.

ART. 301 (attuazione del principio di precauzione)

1. In applicazione del principio di precauzione di cui all'articolo 174, paragrafo 2, del Trattato CE, in caso di pericoli, anche solo potenziali, per la salute umana e per l'ambiente, deve essere assicurato un alto livello di protezione.

2. L'applicazione del principio di cui al comma 1 concerne il rischio che comunque possa essere individuato a seguito di una preliminare valutazione scientifica obiettiva.

3. L'operatore interessato, quando emerga il rischio suddetto, deve informarne senza indugio, indicando tutti gli aspetti pertinenti alla situazione, il comune, la provincia, la regione o la provincia autonoma nel cui territorio si prospetta l'evento lesivo, nonche' il Prefetto della provincia che, nelle ventiquattro ore successive, informa il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio.

4. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, in applicazione del principio di precauzione, ha facoltà di adottare in qualsiasi momento misure di prevenzione, ai sensi dell'articolo 304, che risultino:

a) proporzionali rispetto al livello di protezione che s'intende raggiungere;

b) non discriminatorie nella loro applicazione e coerenti con misure analoghe già adottate;

c) basate sull'esame dei potenziali vantaggi ed oneri;

d) aggiornabili alla luce di nuovi dati scientifici.

5. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio promuove l'informazione del pubblico quanto agli effetti negativi di un prodotto o di un processo e, tenuto conto delle risorse finanziarie previste a legislazione vigente, può finanziare programmi di ricerca, disporre il ricorso a sistemi di certificazione ambientale ed assumere ogni altra iniziativa volta a ridurre i rischi di danno ambientale.

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