Il Pd solidale con Principe: “Rende non è una città mafiosa”
"Troviamo davvero singolare ciò che sta avvenendo a Rende, una città modello per buone prassi amministrative, invidiata in Calabria e in Italia. Altro che mafiosa!". Lo affermano l'eurodeputato Mario Pirillo, Stefania Covello, Antonio Scalzo e l'ex presidente della provincia di Vibo Valentia Francesco De Nisi (tutti Pd) in merito all'inchiesta della Dda di Catanzaro a Rende.
Il riferimento è alle perquisizioni a Rende da parte dei carabinieri di Cosenza e della Dia di Catanzaro nei confronti di esponenti delle cosche della 'ndrangheta cosentina nell'ambito dell'inchiesta "Terminator". Le perquisizioni, disposte dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, riguardano servizi affidati dal Comune di Rende ai familiari di alcuni esponenti della criminalità organizzata.
"Esprimiamo viva solidarietà al sindaco Cavalcanti e in particolare all'on. Sandro Principe che di quel modello amministrativo - aggiungono - è stato, insieme al padre Francesco, l'artefice indiscusso. Il tentativo di gettare ombre sull'operato di questa e delle passate amministrazioni comunali sembra combaciare con il "teorema" di molti detrattori politici sconfitti nel tempo dai fatti concreti. Senza entrare nel merito dell'inchiesta giudiziaria, - proseguono i dirigenti del Pd - vorremmo solo esprimere umane perplessità sulle pressioni politiche esercitate da ambienti avversi all'amministrazione comunale per far disporre l'accesso antimafia al comune pur in assenza dell'aggravante mafiosa nell'ambito dell'inchiesta che ha portato al fermo di due ex amministratori. Questo dice molto su chi debba essere il capro espiatorio, il vero obiettivo da colpire! All'on. Principe la nostra vicinanza umana e politica e al sindaco Cavalcanti l'invito a non mollare. Rende non è mafiosa", concludono gli esponenti del Pd.