La Destra su arresto consiglieri provinciali Pd di Cosenza
Riceviamo è pubblichiamo una nota della Destra su arresto consiglieri provinciali Pd di Cosenza:
A sinistra fanno scuola di moralismo ma poi finiscono in manette per voto di scambio. È il caso dell’arresto dei due consiglieri provinciali del Pd cosentino che con “nonchalance” conducevano affari con la ’ndrangheta in cambio di voti. È quanto afferma, in una nota congiunta, il segretario regionale de La Destra calabrese Gabriele Limido, la segreteria regionale e provinciale di Cosenza. Le accuse della Dda di Catanzaro, ai due consiglieri provinciali nella loro qualità, rispettivamente, di ex sindaco ed ex assessore del comune di Rende, sono durissime e aprono uno squarcio sul consenso drogato della politica calabrese. Migliaia di voti che le cosche mafiose controllano e dirottano a sostegno di partiti e candidati che garantiscono i loro affari.
E le elezioni provinciali del 2009 di Cosenza sono più che una prova di questa infame pratica che va sotto il nome di voto di scambio. Uno scandalo, una vergogna, che certa classe politica, questa volta è toccato alla “moralista” sinistra, si presta al gioco della malavita pur di raggiungere un consenso sporco, dopato, macchiato dai delitti della ’ndrangheta. In Calabria bisogna fare pulizia per una terra che è stata martoriata, crocifissa, vilipesa ed offesa da una sottospecie di politicanti inidonei, inconcludenti, incapaci, collusi ed indagati. Una terra che ha bisogno di una vera bonifica, fatta con vigore e in profondità. Con questi due arresti siamo alle solite, i maestri del moralismo di facciata, della doppia morale, che sta a sinistra, inciampano nelle loro stesse malefatte. Il caso Lusi, il caso Penati, il caso Laganà, sono esempi lampanti di questa falsa scuola di perbenismo. Mentre i vari Bersani, Renzi e Vendola, impegnati nelle loro inutili e milionarie primarie, restano in un “silenzio assordante”.
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