Rende. No scioglimento Comune, M5S: bene, ma non c’è da esultare
"Noi del Movimento 5 Stelle prendiamo atto della notizia che non vi sarà lo scioglimento del Comune di Rende per infiltrazioni mafiose ma non riusciamo a capire perché esultare e auto incensarsi come se questo fatto cancellasse anche il disastro amministrativo degli ultimi anni a Rende. Il decreto con cui viene scongiurato lo scioglimento del Comune, infatti, non abbuona “l’azione amministrativa dissennata” di cui parlava il Gip Sabatini e non abbuona, chiaramente, tutta l'operazione "a perdere" (per i cittadini) per il mantenimento in vita della Rende Servizi, cooperativa già abbondantemente avviata al fallimento senza il “provvidenziale” intervento dei nostri amministratori". A sostenerlo il movimento 5 stelle di Rende.
"Le delibere con cui - continua la nota - in un Comune già in crisi, si assegnavano alla cooperativa un immobile di 8 milioni di euro e contratti da 3,9 milioni di euro pur sapendo che i servizi offerti dalla Rende Servizi non sarebbero mai bastati a coprire le spese, non si cancellano. La spiegazione di questa operazione fallimentare, mafia o meno, appare semplice: questa cooperativa, con 171 dipendenti assunti tutti a chiamata diretta, funzionava da macchina del consenso. Sono le stesse parole del procuratore capo Lombardi a confermarcelo (ricordando che c'è ancora un'inchiesta in corso): "Ci si preoccupava di assumere nella cooperativa, pensata per il reinserimento sociale, non i più deboli ma quelli con i santi in paradiso".
D’altronde, uno dei primi atti del Commissario Prefettizio Valiante, è stata la delibera n.64 del 12 luglio, con cui, ricordando semplicemente cosa prevede la legge, ha voluto spiegare in cosa consiste il “controllo analogo” che ogni comune dovrebbe operare nei confronti delle società in house, controllo che, evidentemente, nei confronti della “Rende Servizi” non era mai stato esercitato. E ancora ricordiamo le parole dell'ultimo sindaco, Vittorio Cavalcanti, che nell'intervista in cui annunciava le sue dimissioni parlava di un Comune in cui le buone pratiche amministrative avevano lasciato spazio al "disordine amministrativo" e alla "discrezionalità", facilmente traducibile in favoritismo e clientelismo.
Non negando, perciò, la bella storia di Rende, isola felice in Calabria per tanti anni, non possiamo non indignarci davanti alla tracotante mistificazione della realtà che mette in atto l’apparato politico che governa la città da decenni. Queste persone, riteniamo, invece di invitare gli altri politici a chiedere scusa, dovrebbero essi stessi a mettersi da parte, in contrito silenzio, e chiedere scusa alla Comunità Rendese tutta! Ad essa, ai nostri concittadini liberi, o che vogliono liberarsi da questa sudditanza imposta con anni di propaganda, diciamo che è tempo di svegliarsi e affrontare le serie problematiche che ormai attanagliano Rende. È da tempo che, mentre qualche ingannatore continuava a parlare di “classe politica efficiente”, gli appetiti dei partiti sono divenuti famelici, tanto da non poter più mantenere le ormai remote esperienze amministrative, ed è acclarato che i partiti stessi sono il tramite di interessi privati di poche famiglie, soprattutto in ambito edilizio, che piazzano regolarmente propri familiari all’interno del Consiglio Comunale con conseguenze nefaste per gli interessi dei cittadini.
È vero, ad esempio, che Rende è in deficit per 9 milioni di euro? È vero il fatto che la stragrande maggioranza di questo debito proviene dalla mancata riscossione degli oneri di urbanizzazione delle tante costruzioni venute su in questi ultimissimi anni senza che il comune ne abbia raccolto nemmeno il giusto dovuto?
Sono queste le domande che continueremo a porre, consci che non ci sarà data risposta. Ma siamo pronti ad avviare noi stessi nuove e virtuose prassi amministrative per consentire ai cittadini onesti di partecipare attivamente. È per questo, per amore di Arintha, che siamo fortemente intenzionati a liberare il Comune di Rende da burattinai, consiglieri e assessori che facendo finta di portare qualche carta da un ufficio all'altro e spacciando diritti dei cittadini per favori, hanno costruito vite politiche da becero clientelismo.
Noi del Movimento 5 Stelle diciamo basta. Parteciperemo alle prossime elezioni per far diventare il Comune una casa di vetro. Anche a Rende - conclude la nota - un'altra politica è possibile: non dalla parte di caste e comitati d’affari, ma dalla parte dei cittadini! Loro non molleranno mai, noi neppure".