Giudici di pace: confermato sciopero dal 17 al 28 gennaio
Giovedì 13 gennaio, nel pomeriggio, una delegazione dell'Unione Nazionale dei Giudici di Pace, unitamente alle altre rappresentanze di categoria, e' stata ricevuta, presso la sede del Ministero della Giustizia in Via Arenula, dal Sottosegretario di Stato, Senatore Giacomo Caliendo. In considerazione dell'esito assolutamente negativo dell'incontro, lo sciopero del 17-28 gennaio resta confermato. "L'incontro - si legge in una nota - si e' rilevato assolutamente deludente, evidenziando, da un lato, l'arroccamento del Sottosegretario Caliendo nelle sue posizioni negative in ordine alle principali istanze della categoria (continuità e previdenza), dall'altro, la situazione di stallo sugli altri punti salienti della riforma più volte trattati in precedenti incontri (autonomia degli uffici, incompatibilità, composizione dei consigli giudiziari, etc?), sui quali, a distanza di un anno, non sono stati ancora apportati cambiamenti rispetto all'originario progetto elaborato nel 2009". "Si e' registrata - aggiunge la nota - la totale chiusura del Sottosegretario Caliendo sul riconoscimento a tutti della rinnovabilità dei mandati sino al compimento dei 75 anni, categoricamente escluso sia in sede di riforma, sia in sede di conversione in legge del d.l. milleproroghe, attualmente all'esame del Senato. Resta in piedi una fumosa e discriminante norma transitoria, che mira, parole del Sottosegretario Caliendo, a "scadenzare" gradualmente i giudici di pace attualmente in servizio. Del pari, il Sottosegretario Caliendo ha manifestato totale chiusura a qualsiasi forma di tutela previdenziale del giudice di pace, giustificandola dapprima sulla base di inesistenti ostacoli tecnici e dopo, a seguito dei rilievi mossi dall'Unione, sulla base di presunte e del pari inesistenti carenze di bilancio, rifiutando ogni tipo di suggerimento sull'argomento (copertura finanziaria)". In relazione al progetto di revisione degli organici riguardante 4700 giudici, presentata al C.S.M. per un parere, sui rilievi di contraddittorietà' con la previsione del progetto di riforma (che riduce l'organico a 3200 unità) e la pericolosità di una immissione massiccia di nuovi giudici, il Sottosegretario non ha fornito alcun chiarimento e giustificazione, affermando che trattasi di cosa diversa dalla riforma.