Giustizia: sindaco, colpo mortale per Rossano e Sibaritide
"Un provvedimento arrogante, assurdo sconvolgente per gli effetti nefasti che farà ricadere sull'intera Sibaritide, vittima della criminalità organizzata nonché già menomata da tagli di servizi e diritti senza precedenti nella storia repubblicana". E', questo, il commento a caldo del Sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti, alla notizia della decisione del Consiglio dei Ministri che, decreta la chiusura del Tribunale della città. Lo stesso Sindaco, d'intesa con il Presidente del Consiglio Comunale Vincenzo Scarcello ha convocato per domattina alle ore 12, presso la delegazione comunale, allo Scalo, una conferenza stampa aperta al pubblico, sulla questione, alla presenza del deputato Giovanni Dima, del consigliere regionale Giuseppe Caputo, dei consiglieri comunali e dei sindaci del territorio. Il Ministro Severino - dichiara il Sindaco - e, con lei, l'intero Governo Monti hanno perso letteralmente il contatto con la realtà, disattendendo tutte le istanze e le motivazioni fatte pervenire, con ragionamento ed altissimo senso di responsabilità, in questi mesi di durissimo confronto, a tutela non certo della persistenza di un edificio o di un vessillo municipalista, ma della fruizione normale, in un Paese normale, del diritto alla giustizia ed alla legalità.
La notizia di oggi - continua - è mortale per l'area urbana Corigliano-Rossano e per un'intera area della provincia di Cosenza, tra le più popolose e produttive della regione e del Sud, colpite senza alcun criterio degno di senso e di logica, da chi, lo Stato, dovrebbe invece preservare e far semmai elevare, a tutti i costi, sempre e comunque, le condizioni di sussistenza stessa del quadro democratico e di sicurezza che un Tribunale periferico e' chiamato a rappresentare, per natura. Inizia ora una battaglia ancora più dura, sul campo e con le popolazioni. Non ci fermeremo di certo qui. Rossano e il territorio - conclude Antoniotti - insieme a tutti i parlamentari ai quali sin da ora chiediamo di determinarsi di conseguenza, non lasceranno intentata nessuna azione per dimostrare, qui ed in Parlamento, che quanto imposto oggi da Roma va contro ogni direzione sostenibile e contro lo sviluppo ordinato e legale di questa zona. Da oggi e fino al ripristino del danno infertoci, la Sibaritide non può dirsi a pari titoli appartenente alla Repubblica Italiana".