‘Ndrangheta: tentativo consigliere Zappalà condizionare Gip
L'ex consigliere regionale della Calabria Santi Zappalà, del Pdl, arrestato il 21 dicembre scorso dai carabinieri quando era ancora in carica, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale, avrebbe tentato di condizionare il gip di Reggio Calabria al fine di fargli accogliere l'istanza di scarcerazione, che invece fu rigettata. E' quanto riferiscono i carabinieri del Ros in un'informativa presentata alla Dda di Reggio Calabria. Nella vicenda, di cui scrivono alcuni giornali, sono coinvolti familiari di Zappalà e, in particolare, un cugino, Agatino Antonio Guglielmo, impiegato della Corte d'appello di Reggio Calabria, che avrebbe tentato di sfruttare le sue conoscenze in tribunale per fare accogliere l'istanza di scarcerazione presentata dai legali di Zappalà. L'ex consigliere regionale, tra l'altro, aveva già ottenuto dal Tribunale del riesame un'attenuazione della sua posizione con la caduta del reato di concorso esterno in associazione mafiosa ed il mantenimento soltanto di quella di corruzione elettorale. Il tentativo di condizionamento del gip è emerso anche dai colloqui che Zappalà ha avuto nel carcere di Nuoro con il fratello ed altri familiari che lo avevano rassicurato sul buon esito del tentativo di fare ottenere dal gip l'accoglimento della richiesta di scarcerazione. Nell'informativa si fa anche riferimento alla figura di un non ancora identificato "presidente" che si sarebbe attivato a sua volta per fare ottenere a Zappalà la scarcerazione.