Reggio: i beni per 16 milioni e mezzo di euro sequestrati a Zappalà

Reggio Calabria Cronaca


Non si arresta l’azione di contrasto ai patrimoni illecitamente accumulati disposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Con l'operazione odierna le Fiamme Gialle ed i Carabinieri aggrediscono - nel concreto - l’imponente patrimonio societario e finanziario riconducibile - direttamente e/o indirettamente - al noto politico calabrese, Santi Zappalà risultato assolutamente sperequato ed incoerente con i redditi dichiarati dal medesimo e dal nucleo familiare convivente. Al termine di complesse ed articolate investigazioni di natura economico patrimoniale, consistite in accertamenti bancari, fiscali e contabili, è stato possibile accertare come Zappalà abbia potuto disporre, nel tempo, di provviste finanziarie in alcun modo giustificate dalla capacità reddituale propria e del proprio nucleo familiare, per un valore di 16 milioni e 500 mila euro:

  • quote sociali, capitale sociale e patrimonio aziendale della società “Fisiokinesiterapia bagnarese S.r.l.” - operante nel settore delle attività “professionali paramediche indipendenti”;
  • quote sociali, capitale sociale e patrimonio aziendale della società “Ileca Charter S.A.S. di Zappalà Carmela & C.” - esercente l’attività di “noleggio senza equipaggio di imbarcazioni da diporto”;
  • 4 unità immobiliari site in Bagnara Calabra, corrispondenti alla dependance del noto Castello Ruffo di Bagnara Calabra;
  • 3 autovetture;
  • n1 imbarcazione da diporto a motore PRINZ 54 Coupé di metri 15,21, dotata di n. 2 motori;
  • 21 rapporti di conto corrente e deposito titoli, aventi saldo attivo pari a circa € 7,5 mln;

In conclusione, l’odierna attività - nel solco della strategia di contrasto da tempo avviata con successo dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria – individua nell’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati lo strumento più efficace per far perdere alla ‘ndrangheta ed ai soggetti comunque vicini alla medesima il prestigio all’interno del proprio ambiente criminale, privandola del fondamentale strumento di condizionamento delle realtà socio economiche, tradizionalmente occupate e soffocate dall’indisturbata presenza delle loro risorse e del loro controllo.

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