Sequestrati beni per 2milioni di euro in Piemonte, colpo alla ‘ndrangheta
Si svolgevano riunioni per l'affiliazione di nuovi consociati all'interno di due bar della provincia di Torino, ai quali i finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria hanno posto i sigilli nel prosieguo dell'operazione "Minotauro" che agli inizi di giugno ha visto l'Arma dei Carabinieri mettere a segno centinaia di arresti e le Fiamme Gialle sequestrare patrimoni per decine di milioni di euro, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica. Oltre ai due bar, cinque immobili, otto conti corrente e una società di gestione di un'area di servizio sulla statale per Castellamonte (TO) costituiscono gli ulteriori beni sequestrati nei giorni scorsi alla 'ndrangheta piemontese, per un valore complessivo di 2 milioni di euro. Ora l'attivita' di contrasto alla 'ndrangheta da parte dei finanzieri prosegue con l'apertura di cassette di sicurezza, dalle quali sono gia' venuti alla luce gioielli e altri oggetti di valore. Ma la G.d.F. torinese ha fatto scattare importanti sequestri anche nei confronti di "cosa nostra", in particolare di un ex affiliato al clan "Santapaola" il quale, nel corso di una verifica fiscale condotta ai sensi della normativa antimafia, ha tentato invano di giustificare ai finanzieri le sue rilevanti movimentazioni finanziarie dichiarando di svolgere un'attività di commercio di auto, attestazione che non ha trovato alcun riscontro. Nel corso dell'attività ispettiva condotta dai finanzieri, inoltre, il soggetto è stato denunciato alla Procura di Torino per non aver comunicato al Nucleo di Polizia Tributaria le variazioni patrimoniali superiori alla soglia dei 10 mila euro. In particolare, nel 2006, aveva acquistato a Torino un terreno di 2 mila metri quadrati, sul quale aveva poi costruito una villa di tre fabbricati, omettendo di inviare la prevista comunicazione alle Fiamme Gialle. Dopo la denuncia a piede libero, il G.I.P. di Torino ha emesso un decreto di sequestro preventivo sugli immobili individuati, finalizzato alla successiva confisca, eseguito lo scorso 21 luglio, per un valore di circa 1 milione di euro.