Faida di Platì. Tdr: collaboratori “non credibili”, scarcerato Natale Trimboli
Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, prendendo atto della pronuncia della Corte di Cassazione (LEGGI), ha ritenuto fondati i rilievi posti dagli avvocati Francesco Lojacono e Davide Barillà, che hanno contestato la credibilità dei collaboratori di giustizia e l’attendibilità delle loro dichiarazione, decidendo per la scarcerazione di Natale Trimboli.
A Trimboli viene contestato dalla Dda reggina il concorso nell’omicidio del cognato, Pasquale Marando, boss della ‘ndrangheta e narcotrafficante di fama internazionale, il cui cadavere non è mai stato ritrovato.
Secondo l’accusa, che si fondava sulle dichiarazioni dei collaboratori Rocco Varacalli, Rocco Marando e Domenico Agresta, l’assassinio sarebbe stata la risposta dei Trimboli agli omicidi di due loro fratelli e di un loro cugino, anch’essi vittime di lupara bianca, e che sarebbero stati ordinati proprio da Pasquale Marando.
Lo scontro armato tra i due nuclei familiari, in origine strettamente alleati, sarebbe stato la conseguenza dei dissidi sorti in relazione alla spartizione dei guadagni del narcotraffico ed alla supremazia mafiosa nel difficile territorio di Platì.
Il Tdr era chiamato nuovamente a pronunciarsi sulla sussistenza del quadro indiziario a carico di Trimboli, dopo la pronuncia con cui la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso proposto dal suo legale, Lojacono, aveva annullato con rinvio la precedente ordinanza di segno contrario emessa dallo stesso Tribunale.
Il suo ricorso è stato il primo ad essere stato esaminato dalla Suprema Corte, ed alla relativa pronuncia a lui favorevole ha fatto seguito, nei mesi successivi, l’accoglimento di quelli proposti dagli altri indagati coinvolti nella faida, attualmente detenuti, e le cui posizioni, a breve, dovranno dunque essere anch’esse nuovamente esaminate dal Tribunale del Riesame reggino.