Operazione “Rinascita”, indagato agli arresti domiciliari
Ha lasciato il carcere Francesco Pizzata, una delle numerose persone coinvolte nell'inchiesta antidroga della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro battezzata "Rinascita". Il Tribunale del riesame di Catanzaro ha sostituito per l'uomo la misura cautelare più restrittiva con gli arresti domiciliari, non ravvisando i gravi indizi di colpevolezza in merito alla contestazione di associazione a delinquere mossa all'uomo. Il collegio catanzarese si è pronunciato una seconda volta sulla posizione di Pizzata, dopo che la Corte di cassazione, accogliendo il ricorso degli avvocati Gianni Russano e Davide Barillà, ha annullato con rinvio una precedente decisione di conferma della custodia cautelare. L'operazione "Rinascita" e' scattata nel capoluogo calabrese all'alba del nove novembre 2010, per l'esecuzione di 73 provvedimenti cautelari disposti su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Associazione armata finalizzata al traffico di droga l'accusa principale mossa ai numerosi indagati dell'inchiesta, considerati dagli inquirenti membri di due gruppi criminali nomadi contrapposti: quello facente capo a Domenico Berlingieri, 50 anni, e quello guidato da Silvano Berlingieri, 39 anni, detto "Pacciani". Gli zingari, sempre secondo la tesi della pubblica accusa, avrebbero avuto la totale gestione del mercato della droga in tutti i quartieri a sud della città di Catanzaro, con importanti rapporti con esponenti della 'ndrangheta del reggino e, soprattutto, con una inquietante disponibilità di armi micidiali, tra cui fucili, pistole e mitra Kalashnikov. Il 13 dicembre scorso, al termine dei giudizi abbreviati, 53 persone sono state condannate, mentre per altri imputati è in corso il giudizio immediato davanti al tribunale collegiale.