Coldiretti Calabria: la riforma di Arsa e Afor deve essere portata a termine
Arssa e A.Fo.R. riforme vitali per l’agricoltura, l’agroalimentare, l’assetto idrogeologico, la montagna e la stessa credibilità della Calabria
Per favore non fermiamoci! Questo l’appello del presidente della Coldiretti Calabria, che come già fatto nell’audizione nella Commissione consiliare Bilancio e Programmazione dello scorso 19 luglio, rivolge ai consiglieri regionali affinché la riforma degli Enti strumentali della Regione, Arssa e Afor, a cinque anni dalla loro soppressione venga portata a termine. Diamo atto –prosegue – che l’assessore Trematerra, ha buttato il cuore oltre l’ostacolo spingendo con decisione sulla strada delle riforme, ma– incalza e ricorda Molinaro –occorrono come già riferito in commissione in particolare per l’ARSSA, servizi reali all’agricoltura dismettendo tutto il resto che non può e non deve continuare a gravare sulla “rubrica agricoltura” del bilancio regionale. La legge, una volta approvata a ritmo incalzante, bisogna attuarla stabilendo una cogente “road map” per vederne gli effetti, in termini organizzativi e di risparmi conseguiti. Una legge solo manifesto, non sarebbe altro che una aspirina, e non interessa a nessuno e meno che mai alle imprese agricole, mentre dobbiamo somministrare la medicina vera riaccendendo i motori di questi due enti che oggi o funzionano poco o addirittura hanno il motore spento. Continuare a mettere la testa sotto la sabbia, con vari pretesti non serve a nessuno e meno che mai alla credibilità della Calabria.
Il “cartellino giallo” l’abbiamo alzato da tempo e siamo forse – prosegue Molinaro – all’ultima chiamata. La domanda delle imprese esiste, le esigenze dei territori sono “carne viva” e allora a cosa serve paralizzare il tutto con tecnicismi, se il prezzo che potremmo pagare sarà più alto? Sia ben chiaro, - continua – non cerchiamo scorciatoie per mettere in crisi livelli occupazionali, che per noi ed in Calabria in modo particolare, sono un “bene pubblico” da tutelare nei diritti e nei doveri, ma auspichiamo, questo sì, che la commissione consiliare il prossimo 26 luglio ed il Consiglio regionale il 3 agosto p.v. non restino paralizzati da veti e bizantinismi che provocano disorientamento su cosa fare e come farlo, bensì prendano questa decisione importante perché l’immobilismo, provoca sfiducia e l’agricoltura e l’agroalimentare non possono più aspettare.