Coldiretti: Arssa e Afor beni da tutelare
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato a firma della Coldiretti Calabria in merito alle riforme Arssa e Afor.
“Esercitare la responsabilità di forze sociali incrociando le esigenze delle imprese agricole ed agroalimentari con quelle dei lavoratori e dell’intera società. Con questo intendimento Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria, ha scritto ai segretari confederali di Cgil-Cisl e Uil della Calabria Gravano, Tramonti e Castagna. A distanza di quasi cinque anni dalla L.R. 9/2007 che prevedeva la soppressione di ARSSA e A.Fo.R. e la loro messa in liquidazione si legge nella lettera- si è giunti ad una fase decisiva, sia per i vincoli finanziari ed organizzativi dettati dal Governo Nazionale, che per la capacità stessa di tenuta dell’architettura finanziaria del bilancio regionale. Come Coldiretti Calabria, riconosciamo grande importanza agli Enti Strumentali, poiché, essi, incrociano le esigenze delle imprese agricole ed agroalimentari e dei cittadini. In una Regione agricola, quale è la Calabria, questi Enti, - continua Molinaro - nel passato, hanno svolto compiti di straordinaria importanza, che però negli ultimi anni sono andati via via a scemare. Oggi, necessitano, di una profonda revisione, con una forte valenza innovativa, sia sulle funzioni assegnate che nella “governance”, che troppo spesso, ha subito effetti di condizionamento snaturandone ruolo e competenze . Gli interessi che questi Enti rappresentano - continua Molinaro nella missiva - sono autentici “beni pubblici” da continuare a tutelare, ma a mio parere, occorre muovere passi decisi verso una riforma, che incida profondamente, in reali percorsi di sviluppo e crescita, avendo come punto di riferimento un patto intergenerazionale, che veramente può segnare una netta discontinuità rispetto al passato, così come il recupero della produttività.
Ed allora perché non farlo insieme assumendoci ancora maggiori responsabilità ed accentuando i punti di forza è’ l’invito di Coldiretti Calabria ai sindacati confederali. Ritengo – prosegue Molinaro - come forze sociali, siamo in grado di contribuire a dare risposte senza spinte conservatrici. I Progetti di Legge, attualmente in discussione, hanno una procedura di riforma e riordino, ad attuazione differita, con la ulteriore necessità di rinvio ad una serie di successivi provvedimenti. Insieme invece, possiamo sostenere una riforma compiuta, mettendo in sintonia le giuste esigenze dei lavoratori e delle imprese, con le aspettative della società. Nodi essenziali, devono essere sciolti e definiti, per poi consegnare i risultati al confronto politico-Istituzionale, che deve aspirare e ambire ad una sintesi, fondata su soluzioni pragmatiche ma anche di grande respiro. Sono convinto - scrive Molinaro -che, non va creata inutile incertezza attorno al modo con cui verranno regolati in futuro i rapporti di lavoro, così come penso sia necessario chiarire i servizi alle imprese e al territorio. Mai forse come in questo caso, il diavolo è nei dettagli, siamo in un terreno in cui contano. Per definire questi “dettagli” bisogna, a mio parere, ancor di più approfondire i testi di legge e simulare gli effetti, i costi e anche le diverse alternative. Va evitato comunque che il processo si arresti sotto un'ondata di proteste e prese di posizioni, che evidentemente non guardano al bene comune da tutelare, che deve essere il lavoro e i servizi verso le imprese . Certamente il rischio che bisogna evitare è quello del vicolo cieco o peggio, fornire l’alibi per non modificare, nella sostanza, niente. Coraggiosamente, cari amici segretari - è l’invito di Molinaro -possiamo andare realmente verso una strada condivisa o quantomeno coerente, per contribuire a tagliare tutti i rami secchi nella convinzione di recuperare produttività. Non è mia intenzione – prosegue -programmare, ideare o avviare una controriforma, ma di dare dinamismo a provvedimenti, anche su misure che oggi possono apparire impopolari. D'altra parte, alla risorsa delle parti sociali, che sanno autodeterminarsi, si è sempre fatto ricorso nei momenti di crisi. Nel passato ci sono stati buoni frutti e potrebbe essere così anche in questo caso. Con la stessa obiettività –conclude Molinaro - potrebbe essere sbagliato confidare unicamente su questo, così come cercare, da parte delle Istituzioni, a tutti i costi, il consenso unanime delle parti sociali”.
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