Inchiesta Parco Romani: Pm, trasmettere atti processo a Procura
A conclusione dell'udienza del processo su "Parco Romani", il Pm Fabiana Rapino ha chiesto al collegio giudicante di trasmettere gli atti in Procura per le valutazioni di competenza. È terminata così l'udienza del processo con rito ordinario che vede imputati l'ex sindaco di Catanzaro, Rosario Olivo , il consigliere comunale Giulio Elia, l'ex dirigente del Comune Biagio Cantisani e l'ingegnere Gaetano Romani .
Presente in aula Anche l'avvocato Raffaele Mirigliani che rappresenta il Comune che ha deciso di costituirsi parte civile solo per la posizione di Romani. L'avvocato Lomonaco (difensore di Giulio Elia) ha chiesto la nullità del decreto che dispone il giudizio, in quanto nell'atto notificato mancano le pagine riguardanti i capi di imputazione contestati al suo assistito. Mente l'avvocato Petitto (difensore di Biagio Cantisani )ha invece sollevato un problema di competenza del tribunale. Per il legale il processo deve essere trasferito al tribunale di Salerno in quanto tra le parti offese individuate dalla Procura vi e' l'intera comunità catanzarese e quindi anche i magistrati che risiedono a Catanzaro e operano nel distretto. Anche l'avvocato Mancuso (difensore di Gaetano Romani) ha, infine, chiesto la restituzione degli atti al gup per la troppa genericità del capo di imputazione che riguarda Gaetano Romani.
Il pubblico ministero Rapino ha chiesto ai giudici di rigettare tutte le istanze presentate dalla difesa pur spiegando che molti sarebbero i capi di imputazione mancanti nel decreto che dispone il giudizio. Il rappresentante della pubblica accusa ha concluso, quindi, chiedendo la trasmissione in Procura dei verbali dell'udienza tenutasi oggi e di quella tenutasi il 7 marzo scorso per le valutazioni di competenza. Giorno 1 ottobre si tornerà in aula.
Con 3 assoluzioni e 4 condanne si è invece concluso il processo con rito abbreviato. Il giudice dell'udienza preliminare, Pietro Scuteri, ha condannato Giuseppe Gatto, presidente di Confindustria Catanzaro a 5 mesi e 10 giorni di reclusione e 130 euro di multa (il pm aveva chiesto per lui 5 anni di reclusione e 2.500 euro di multa); Giuseppe Grillo, presidente della società municipalizzata "Catanzaro Servizi", a 11 mesi e 10 giorni di reclusione (il pm aveva chiesto 3 anni); Giuseppe Speziali, presidente di Confindustria Calabria a 4 mesi e 130 euro (era l'unico per il quale il pubblico ministero aveva chiesto l'assoluzione); e l'avvocato Marina Pecoraro a 9 mesi e 10 giorni (chiesti 2 anni).