Parco commerciale Catanzaro: Abramo interrogato in procura

Catanzaro Cronaca

Paolo Abramo, presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, coinvolto nell'inchiesta sul Parco commerciale "Romani" che sorge a Sala, quartiere alle porte della città, è comparso oggi in Procura per essere interrogato. Abramo, accompagnato dal proprio avvocato, Nicola Cantafora, è rimasto per circa tre ore assieme agli inquirenti sostenendo la sua totale estraneità rispetto alle ipotesi di reato che gli vengono contestate - tentata truffa e tentata percezione di fondi pubblici - in base all'assunto accusatorio che egli abbia presieduto il tavolo di concertazione sulla realizzazione dell'Ente Fiera comunale nel parco "Romani" e non più, come inizialmente deciso dall'amministrazione, nell'area appositamente individuata a Germaneto. Una circostanza che Abramo ha smentito, affermando di non aver mai convocato e presieduto il tavolo di concertazione, ed anche di non aver mai fatto alcuna proposta circa la localizzazione della struttura. Il presidente della Camera di commercio è il decimo indagato nell'inchiesta, condotta dalla Guardia di finanza con il coordinamento dei sostituti procuratori Carlo Villani e Alberto Cianfrini, tra i quali compaiono anche i presidenti di Confindustria Calabria e Catanzaro, Giuseppe Speziali e Giuseppe Gatto - che si sono autosospesi dalle rispettive cariche dopo aver ricevuto un'informazione di garanzia - coinvolti in qualità di imprenditori.

L'indagine è concentrata sul Parco commerciale e sulla possibile realizzazione al suo interno dell'Ente fiera comunale, opera per la quale il Comune attende dal ministero per le Attività produttive un finanziamento di circa 5 milioni di euro, decisa dall'amministrazione di centrosinistra attraverso la municipalizzata "Catanzaro servizi". Più in particolare, al vaglio degli inquirenti c'è l'iter che ha portato alla permuta di due immobili di proprietà di Gatto e Speziali dati dalla società Argento, di cui l'imprenditore Gaetano Romani (costruttore del Parco, ndc) era socio, al Comune di Catanzaro che era creditore verso lo stesso Romani di oltre 3 milioni di euro. Una permuta che gli investigatori sospettano sia stata completamente svantaggiosa per l'Amministrazione, e che oggetto di un esposto presentato alla Corte dei conti dall'ex assessore dell'ultima giusta di centrodestra, Fulvio Scarpino.

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