Catanzaro: inchiesta Parco Romani, otto indagati
Otto avvisi di garanzia sono stati notificati questa mattina dalla Guardia di Finanza nell'ambito delle indagini sul Parco Romani di Catanzaro, destinato a diventare la sede dell'ente fiera e di attività commerciali. I provvedimenti sono stati notificati a Giuseppe Gatto, presidente della Confindustria di Catanzaro; Giuseppe Speziali, attuale presidente di Confindustria Calabria; Giuseppe Grillo, presidente della società Catanzaro Servizi; Francesco La Cava, ex consigliere comunale e amministratore delegato della società Parco Romani; Biagio Cantisani, presidente dell'Ordine degli architetti e tecnico del Comune di Catanzaro; Alba Felicetti, dirigente del Comune Catanzaro; Gaetano Romani, titolare dell'impresa; Marina Pecoraro, avvocato.
Si arricchisce dunque, dei nomi di otto indagati l'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro legata alla realizzazione e successiva destinazione del Parco commerciale "Romani", che sorge a Sala, quartiere alle porte della città. Oggi, infatti, dopo l'emissione di vari avvisi di garanzia in base alle ipotesi d'accusa di truffa consumata e tentata percezione di fondi pubblici, gli uomini della Guardia di finanza, che conducono le indagini sotto la direzione dei sostituti procuratori Carlo Villani ed Alberto Cianfarini, hanno eseguito numerose perquisizioni. I militari inoltre sono stati anche presso due avvocati ed un notaio, che non risultano indagati, alla presenza degli stessi pubblici ministeri titolari delle indagini. Nella tranche dell'inchiesta venuta alla luce oggi con le perquisizioni, l'attenzione degli investigatori si è concentrata sulla fase successiva alla costruzione del Parco commerciale, ed in particolare alla possibile realizzazione al suo interno dell'Ente fiera comunale, opera per la quale l'Amministrazione comunale attende un grosso finanziamento pubblico.
Era già noto, invece, il filone d'indagine relativo alla permuta di due immobili di proprietà di due imprenditori del capoluogo, che si trovano uno in via Argento e uno in viale De Filippis, ricevuti dal Comune di Catanzaro in qualità di creditore nei confronti del Parco Romani. Una permuta che gli investigatori sospettano sia stata completamente svantaggiosa per l'Amministrazione (allora di centrosinistra). Nei giorni scorsi consulenti della Procura si sono recati presso il parco commerciale e gli immobili oggetto dell'operazione per stimarne il valore. Nell'ambito di quest'ultima specifica vicenda i pubblici ministeri hanno acquisito una gran quantità di materiale investigativo, raccogliendo anche nei giorni scorsi le deposizioni dell'ex sindaco di centrodestra, Michele Traversa, e dell'ex assessore della giunta del primo, Fulvio Scarpino, che nei mesi scorsi aveva ricevuto una relazione relativa alla permuta oggetto dell'indagine e l'aveva a sua volta inviata alla Corte dei conti perchè si verificasse l'esistenza di anomalie.
Il parco commerciale e direzionale a Catanzaro Sala, del valore di decine di milioni di euro, è già stato al centro di un'interminabile indagine, diretta dall'allora sostituto procuratore Luigi de Magistris, che alla fine chiese il rinvio a giudizio per trentuno persone indagate per presunti illeciti connessi alla realizzazione del centro. In quell'occasione furono ipotizzati, a vario titolo, i rati di concorso in abuso d'ufficio continuato, varie violazioni del Testo unico sull'Edilizia e concorso, nell'ambito di una tesi accusatoria in cui furono descritti presunti raggiri ed omissioni che non solo avrebbero consentito di condurre in porto l'iter che ha portato alla stipula dell'Accordo di programma fra Regione Calabria e Comune di Catanzaro, nell'ambito del Progetto di recupero urbano, per il perfezionamento del procedimento amministrativo che ha dato il via libera alla costruzione dell'opera (e, a tal fine, alla concessione da parte della Giunta Chiaravalloti di un finanziamento di 10 milioni di euro in favore dell'Ente minore), ma anche e soprattutto che avrebbero fatto sì che non fosse impedita la realizzazione del "maestoso progetto illecitamente in fieri".
E, da ultimo, della presunta manovra che avrebbe consentito di impedire "l'incasso, anche con le forme fideiussorie, da parte del Comune della somma di oltre 2.800.000 euro, valore stimato dal settore Patrimonio dello stesso Ente per l'acquisto dell'area di proprieta' comunale da parte della ditta Romani". L'udienza preliminare per i trentuno indagati si concluse, il 22 dicembre 2009, con otto assoluzioni con rito abbreviato, tre proscioglimenti, e atti restituiti alla Procura per precisare i capi d'imputazione nei confronti degli ultimi venti accusati.