Ente Fiera Catanzaro. Lanzo: “l’ennesima opera inutile”
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Michele Lanzo già Assessore comunale al Bilancio ed ex Dirigente generale del Dipartimento Attività produttive della Regione Calabria
Ma quale Ente Fiera? Non se ne dolgano i cittadini catanzaresi, ma la realizzazione, se mai avverrà, sarà l’ennesima opera inutile. Tutto è possibile, ma far decollare un’infrastruttura così importante nella Città è pura illusione. Così come è stata un’illusione l’Ente Autonomo Fiera di Reggio Calabria, riconosciuto con Legge regionale nel lontano 1986, nato senza alcuna logica in contrapposizione all’analogo Ente realizzato al di là dello Stretto, nella Città di Messina. Quest’ultimo, dopo i successi degli anni ’60, si è andato svuotando progressivamente ed oramai si limita ad ospitare solo eventi culturali e manifestazioni musicali. Per non parlare poi della Fiera di Cosenza, mai decollata e ancora in vita solo per l’ostinazione di alcuni amministratori locali, che non si vogliono privare di una struttura che non funziona oramai da tanto tempo, e che quando era attiva svolgeva le funzioni di un mercatino rionale. A porre fine all’agonia dell’Ente reggino ci ha pensato il Consiglio regionale che, nel 2008 con un’apposita legge, ha messo in liquidazione un carrozzone incapace anche di corrispondere gli stipendi ai suoi stessi impiegati. Stessa sorte prima poi toccherà all’Ente cosentino, a cui mancano persino le strutture per svolgere un minimo di attività. Pensare oggi ad una struttura fieristica in Calabria è un’idea alquanto insolita. Ci chiediamo come potrebbe entrare in competizione e sottrarre visitatori ad altre strutture nazionali che hanno raggiunto un elevato livello di specializzazione? Langue la Fiera del Levante di Bari, così come quella d’Oltremare a Napoli, solo per citarne alcune, chi mai può pensare che a Catanzaro una struttura fieristica potrà avere una sorte diversa? Una volta realizzata sarà necessario nominare un Consiglio di amministrazione, un Presidente e dotarla di personale specializzato per svolgere le attività a cui è preposta. A questi costi vanno aggiunti quelli di gestione e di manutenzione ordinaria, che non saranno pochi. La struttura economica della regione sarà in grado di compensare questi costi? E gli imprenditori regionali, nazionali ed esteri troveranno convenienza a comperare gli spazi per esporre i propri prodotti in Calabria? Finirà come le altre: un grande mercato al coperto, dove ogni tanto si apriranno i battenti, non per esporre prodotti, ma per vendere mobili, tappeti, pentole e quant’altro, ma per questo non abbiamo già la Fiera di San Lorenzo? Alla luce degli innegabili insuccessi è bene che il Governo regionale faccia il proprio dovere, riappropriandosi del suo ruolo di programmazione. L’Assessore regionale alle Attività produttive valuti con attenzione la convenienza di dotare la Regione di un altro ente inutile, e la Giunta promuova una Legge che eviti scelte isolate delle quali i contribuenti pagheranno le pesanti conseguenze. Si dirà che perderemo l’ennesimo finanziamento, ma se l’investimento produrrà perdite chi se ne frega, perdiamolo, tanto prima o poi gli Enti associati non saranno in condizione di ripianare i debiti ed il danno sarà infinitamente maggiore. Cosa faranno il Consiglio di Amministrazione ed il suo Presidente, il Collegio dei Revisori dei Conti e gli impiegati quando l’Ente non sarà in grado di pagare gli stipendi, i contributi, le forniture e quant’altro? Come al solito sarà nominato un Commissario straordinario che, con tempi biblici, accompagnerà l’Ente verso l’eutanasia e gli occupati dovranno manifestare con forza per essere assorbiti dagli Enti associati. Suvvia, siamo seri, i tempi non ci permettono di scherzare con queste cose. Qualora ci fossero le condizioni per dotare la regione di un’attività che, come abbiamo visto, le recenti esperienze sconsigliano, la localizzazione, al di là dei campanilismi, dovrebbe ricadere, in un’area centrale, facilmente raggiungibile, in prossimità di nodi ferroviari ed autostradali e magari di un’aeroporto.
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