‘Ndrangheta: clan di Soverato, 13 condanne e 17 assoluzioni
Tredici condanne e 17 assoluzioni. Si è concluso così il processo di primo grado "Showdown" contro i presunti affiliati alla cosca soveratese Sia-Tripodi-Procopio. La pena più pesante è stata inflitta a Fiorito Procopio il presunto boss di Davoli. Condannati a 12 anni e sei mesi Michele Lentini e Maurizio Tripodi, 12 anni, invece, per Alberto Sia. Undici anni di carcere per Davide Sestito, 10 anni per Pantaleone Gullà. Le altre condanne vanno dai quattro anni di carcere a un anno. Il pm Vincenzo Capomolla aveva chiesto pene per un totale di quasi tre secoli di carcere. Tra gli assolti anche l'ex vicesindaco di Soverato Teo Sinopoli.
L'inchiesta condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Soverato, a cui ha collaborato anche il Ros, ha ricostruito i contrasti interni sorti tra gli schieramenti una volta uniti dei Sia e dei Todaro, sostenuti rispettivamente dalla cosche Vallelunga e Novella da un lato e Gallace dall'altro. Una frattura che ha portato a una vera e propria guerra di mafia con decine di omicidi commessi tra il 2009 e il 2011. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Orlando Sapia, Armodio Migali, Attilio Matacera, Domenico Calabretta, Francesco Catanzaro, Giovanni Caridi, Sergio Rotundo, Gregorio Visconi, Luana Lacava, Salvatore Staiano, Saverio Pittelli, Vincenzo Cicino e Vittorio Ranieri. (AGI)