Clan Mancuso di Limbadi, confiscati beni per oltre 5 milioni di euro
Beni mobili ed immobili per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia (Direzione Investigativa Antimafia) ad Antonio Mancuso, 73 anni, ritenuto ai vertici della cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), e agli eredi di Domenico Campisi, il 44 enne assassinato la mattina del 17 giugno del 2011 nelle campagne di Nicotera.
I provvedimenti di confisca appena notificati, sono stati disposti dalla Corte di Appello di Catanzaro e riguardano la quasi totalità di beni già sequestrati grazie all'attività della Dia nel contrasto all'accumulazione illecita di ricchezze.
Con lo stesso provvedimento la Corte ha disposto la restituzione di due unità immobiliari (delle oltre settanta già cautelate) in quanto pervenute nel patrimonio per usucapione del Mancuso.
Per quanto riguarda gli immobili riconducibili a Campisi, la Corte d'Appello ha rilevato che “l'analisi dei redditi complessivi riportati dal 1993 al 2010 mostra una chiara sperequazione tra percepito e speso. È di intuitiva evidenza – affermano i giudici - che il complessivo valore dei beni è sproporzionato rispetto alle condizioni del reddito di Campisi e del coniuge”.
LE MOTIVAZIONI DELLA CORTE DI APPELLO
Sul conto del Mancuso, nel provvedimento di confisca appena eseguito, si legge “ … Questa Corte, nell’ambito del procedimento di opposizione, fermi restando i dati contabili forniti da quel provvedimento nonché quelli indicati dalla DIA, deve ora verificare se l’elaborato tecnico presentato dalla difesa opponente contenga elementi idonei a confutare le conclusioni della perizia e dell’organo proponente e sufficienti a vincere l’indicata presunzione…. Omissis… Va aggiunto ad ogni modo, che non è stata in alcun modo dimostrata la compatibilità per flussi tra fonti di reddito ed impieghi:nulla è stato detto su tempi e modalità di pagamento; delle risorse finanziarie utilizzate per i pagamenti non v’è prova; non è stato possibile ricostruire i pagamenti effettuati né la provvista utilizzata. A fronte, dunque, di una sufficienza indiziaria originaria e di una inefficienza dimostrativa successiva, deve pervenirsi alla conferma della pronunzia ablatoria dei beni, posto che in tale contesto non può che darsi applicazione al principio per cui l’impossibilità colpevole da parte del proposto di allegazione sui punti pertinenti alle indagini assume a suo volta, valore indiziario a carico del medesimo, eventualmente confermativo del complessivo quadro già emerso…omissis…”.
Sul conto del patrimonio invece oggi riconducibile agli eredi del Campisi, altra Sezione della Corte d’Appello, in accoglimento della richiesta formulata dal P.G. così afferma:
“l’istanza si fonda sull’esito degli accertamenti delegati ….alla DIA … confluiti nell’informativa … che enumera il complesso dei beni nella disponibilità del Campisi e del suo nucleo familiare….L’analisi dei redditi familiari complessivi, riportati dall’anno 1993 all’anno 2010….mostra una chiara sperequazione tra percepito e speso…. è di intuitiva evidenza che il complessivo valore dei beni …indicati …è sproporzionato rispetto alle condizioni di reddito del Campisi e del coniuge…atteso che la registrata dinamica reddituale evidenzia una costante condizione di debito familiare nel periodo esaminato…..Discende da detta situazione economica anche l’insussistenza di giustificazione anche per gli acquisiti perfezionati nel corso dell’anno 2011…..P.Q.M. dispone nei confronti degli eredi di Campisi Domenico la confisca….”.
Da ultimo si richiama che Campisi “aveva avuto un preciso ruolo all’interno della medesima organizzazione mafiosa cui è stata accertata la partecipazione del Mancuso”. Al riguardo, il Tribunale di Vibo Valentia, così formulava: “…è stato considerato un elemento vicino alla nota consorteria dei MANCUSO di Limbadi (VV). E’stato coinvolto nelle note operazioni di polizia denominate TIMPANO (2001), NASCA (2001) … e DECOLLO (anno 2004). … Nel corpo delle ordinanze di custodia cautelare si descrive un contesto criminale che vede il Campisi quale soggetto che agiva per conto della cosca “Mancuso” di Limbadi, nell’ambito del traffico internazionale di sostanze stupefacenti…”.