Marziale (Osservatorio minori): “Attenti a non infangare il nome della chiesa”
“Il coinvolgimento del parroco di Stefanaconi in una delicata inchiesta contro la ‘ndrangheta non diventi motivo di aggressione generica e generalizzata nei confronti della Chiesa”: è quanto sostiene il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, a parere del quale: “Davanti a situazioni del genere non bisogna mai dimenticare che le istituzioni sono composte da soggetti, la cui responsabilità è personale”.
Il sociologo sottolinea: “Lo stato emotivo del momento non deve far dimenticare all’opinione pubblica che la Chiesa, in Calabria, ha rappresentato e continua a rappresentare il più importante contenitore di socializzazione per le giovani generazioni. Io stesso sono stato educato in ambito di Azione Cattolica e Gioventù Francescana e devo alla Chiesa il mio personale successo in termini di formazione umana e professionale, e come me miriadi di coetanei che oggi lavorano con scienza e coscienza in ogni angolo del mondo”.
“A un don Salvatore Santaguida, le cui responsabilità sono da accertare – chiosa Marziale – fanno da contraltare don Pino Demasi, don Giacomo Panizza e tanti altri sacerdoti che, senza esposizione mediatica, in ambito parrocchiale lavorano alacremente per affrancare stuoli di adolescenti esposti al rischio di fascinazione mafiosa”.
Il presidente dell’Osservatorio conclude: “La Chiesa calabrese, ormai da tempo, è soggetta ad attacchi generici che offuscano la verità e rischiano di delegittimare la più moralmente autorevole istituzione sociale. Bisogna stare attenti, perché il rischio è quello di ottenere, contrariamente alle più sane intenzioni, un risultato opposto alla pulizia che in Calabria la magistratura e le forze dell’ordine sono tenute ad operare”.