Strage di Scaliti. Condanne confermate in Cassazione

Vibo Valentia Cronaca

Ergastolo per fratelli Ercole e Francesco Saverio Vangeli (rispettivamente di 49 e 59 anni) colpevoli di omicidio plurimo aggravato dalla premeditazione; 13 anni e 10 mesi di carcere, invece, per Pietro Vangeli (28enne figlio di Francesco Saverio), e Gianni Mazzitello (35enne genero di Francesco Saverio).

La Corte di Cassazione li ha riconosciuti tutti responsabili della cosiddetta “strage di Scaliti” in cui, il 27 dicembre del 2010, nelle campagne della piccola frazione di Filandari, nel vibonese, vennero assassinati Domenico Fontana (allora 61enne) ed i figli Pasquale (37), Pietro (36), Emilio (32) e Giovanni (19).

La Suprema Corte ha dunque riconosciuto l’impianto accusatorio di primo grado; il verdetto della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro era stato poi annullato con rinvio dalla Cassazione che aveva ordinato un nuovo processo di secondo grado arrivato a sentenza il 14 dicembre del 2015.

LA STRAGE sarebbe avvenuta per dei dissapori fra le due famiglie in relazione al pascolo abusivo praticato dai Fontana sui terreni dei Vangeli che, a loro volta, avrebbero reagito pianificando l’omicidio.

Secondo il giudice di primo grado i Vangeli avrebbero preso una decisione definita come “cinica, spietata ed agghiacciante”, decidendo di uccidere l’intera famiglia Fontana per scongiurare il rischio di reiterazione di “vessazioni da parte dei supersistiti” e “l’inevitabile avvio di un’interminabile faida”.

Vangeli si sarebbe recato sul luogo della strage con un’arma già carica ed un secondo caricatore: fatto che secondo i togati sarebbe una “previsione dell’occasione più propizia, ovvero l’avvistamento dell’ennesimo pascolo abusivo” dei Fontana, “per come scelleratamente segnalatogli dalla moglie”: il gup e i giudici d’appello hanno dunque escluso che l’arma fosse stata portata per scopi meramente difensivi facendo ritenere che Vangeli volesse proprio sorprendere i Fontana con una chiara “intenzione offensiva”. Il che sarebbe anche provato dal fatto che Emilio e Pasquale Fontana vennero inseguiti prima di essere uccisi.

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