Regione: nomina dg Sarlo; interrogati Gentile, Pugliano, Aiello
Sono stati interrogati oggi a Catanzaro altri tre assessori della Giunta regionale della Calabria tutti indagati per abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta sulla nomina della dirigente del Dipartimento controlli della Regione, Alessandra Sarlo. Davanti al sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Gerardo Dominijanni, titolare del fascicolo, sono comparsi - scrive l'Agi - l'assessore all'Ambiente, Francesco Pugliano, quello ai Lavori pubblici, Giuseppe Gentile, e quello all'Urbanistica, Piero Aiello, accompagnati dai propri difensori, rispettivamente l'avvocato Francesco Laratta per il primo, gli avvocati Guido Siciliano e Andrea Gentile per il secondo, e Enzo Ioppoli e Gentile per il terzo.
Tutti hanno poi riferito di aver risposto alle domande del pubblico ministero, spiegando l'iter con il quale si giunse alla nomina incriminata e dicendosi fiduciosi nel buon esito del procedimento nei loro confronti. Lo scorso 7 novembre era stata la volta degli assessori regionali Giacomo Mancini e Antonio Caridi, mentre il 15 ottobre davanti al pm erano comparsi la vice presidente della Regione, Antonella Stasi, e l'assessore al Lavoro, Francescantonio Stillitani. L'inchiesta, venuta alla ribalta nei mesi scorsi, ha inizialmente coinvolto l'Assessore al Personale, Domenico Tallini, e la dirigente Rosalia Marasco, e successivamente il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. Nelle scorse settimane, infine, anche i componenti dell'intera Giunta regionale sono stati indagati, poichè la nomina della Sarlo avvenne con una decisione dell'intero esecutivo.
Al vaglio degli inquirenti la possibile irregolarità di quella nomina, che giunse nell'agosto 2011 dopo che era "andato a vuoto" un avviso interno per l'individuazione di un candidato che avesse i requisiti per l'incarico nella nuova struttura Controlli. Alessandra Sarlo, che nel 2010 è stata per un breve periodo commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, è la moglie del giudice Vincenzo Giglio, arrestato nell'ambito dell'inchiesta denominata "Infinito" e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano su presunti rapporti con la cosca Lampada operante nel capoluogo lombardo.