‘Ndrangheta: clan Soriano, comunicazioni in carcere con “pizzini”
I presunti componenti della cosca Soriano di Filandari, nel Vibonese, avrebbero cercato di comunicare fra di loro, pur in regime di detenzione carceraria, attraverso lo scambio di "pizzini". È quanto emerso stamane dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia nel corso del processo nato dall'operazione antimafia denominata "Ragno".
Attraverso le testimonianze di alcuni agenti della polizia penitenziaria in servizio nel reparto di "Alta sicurezza" del carcere di Vivo Valentia, è stato in particolare ricostruito il tentativo di Gaetano Soriano (,nell'ottobre del 2011 detenuto a Vibo ed ora in regime di carcere duro (41 bis) nel penitenziario di Sulmona), di far giungere alla cognata Rosetta Lopreiato, moglie del presunto boss Leone Soriano ed anche lei imputata nel processo, un "pizzino" di carta con dei messaggi. Il bigliettino di carta era stato passato al vibonese Francesco Scrugli - questi poi ucciso il 21 marzo 2012 nella faida con i Piscopisani - il quale, alla richiesta di consegna da parte della polizia penitenziaria, l'aveva pero' prontamente strappato e gettato in un cestino dei rifiuti.
Ricomposto dagli stessi agenti della polizia penitenziaria, il "pizzino", contenente indicazioni per avvicinare alcuni testi del processo e farli ritrattare, è stato quindi consegnato alla Dda di Catanzaro. Francesco Scrugli, all'atto della perquisizione, stava per lasciare il carcere di Vibo avendo all'epoca riacquistato la libertà. (AGI)