Intimidazioni a magistrati Reggio: boss chiede rito abbreviato
È stato affidato oggi l'incarico per l'integrazione della perizia sulle intercettazioni relative al procedimento penale a carico di tre imputati per gli attentati di due anni fa contro i magistrati in servizio nella città dello Stretto, e in particolare contro lo stesso Di Ladro, e l'ex procuratore Giuseppe Pignatone, ora a capo della Procura di Roma, entrambi destinatari delle intimidazioni. I giudici del tribunale collegiale di Catanzaro (presidente Adriana Pezzo, a latere Emanuela Folino e Barbara Fatale) hanno nominato per la perizia Antonio Petitto, che dovrà occuparsi, in particolare, delle trascrizioni di alcune conversazioni avvenute in carcere tra alcuni degli imputati.
Poi il pubblico ministero, Gerardo Dominijanni, ha depositato nuova documentazione prima che il collegio rinviasse al 25 settembre per la prosecuzione. Al processo, nel quale sono costituiti parte civile il Ministero della Giustizia, la Regione Calabria e il Comune di Reggio Calabria, sul banco degli imputati siedono Luciano Lo Giudice, Antonio Cortese, ritenuto l'armiere della cosca Lo Giudice, e Vincenzo Puntorieri, legato a Cortese. Ha invece scelto la strada del giudizio abbreviato il quarto imputato, il boss pentito Nino Lo Giudice, che il 5 ottobre scorso è stato condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione.
Nel corso delle indagini gli imputati sono stati raggiunti, il 15 aprile dello scorso anno, da un'ordinanza cautelare di custodia in carcere come presunti responsabili degli attentati compiuti contro la Procura generale di Reggio e l'abitazione del procuratore generale Di Landro, nonché delle intimidazioni di cui è stato vittima l'ex procuratore della Repubblica in servizio nella Città dello Stretto, Pignatone. L'inchiesta ebbe un input determinante proprio da Antonino Lo Giudice, quando questi decise di collaborare. (AGI)