Entra nel vivo il processo contro gli attentati alla Procura di Reggio

Reggio Calabria Cronaca
Salvatore Di Landro

Entra nel vivo il processo a carico di tre delle quattro persone accusate nel procedimento penale scaturito dagli attentati di due anni fa contro i magistrati in servizio alla Procura di Reggio Calabria, e in particolare contro il procuratore generale della Citta' dello Stretto, Salvatore Di Ladro, e l'ex procuratore Giuseppe Pignatone, ora a capo della Procura di Roma, entrambi destinatari delle intimidazioni: sono state rigettate tutte le eccezioni preliminari della difesa degli imputati, il tribunale collegiale di Catanzaro (presidente Adriana Pezzo, a latere Emanuela Folino e Barbara Fatale), oggi, ha respinto le istanze dei legali degli imputati relative all'asserita genericita' dei capi d'imputazione e a vizi formali degli atti che hanno portato gli imputati in aula, prima di rinviare alle udienze del 5 e 19 novembre per l'inizio dell'acquisizione dei mezzi di prova.

Il processo con rito immediato - nel quale sono costituiti parte civile il Ministero della Giustizia, la Regione Calabria e il Comune di Reggio Calabria - vede sul banco degli imputati il boss Luciano Lo Giudice, Antonio Cortese, ritenuto l'armiere della cosca Lo Giudice nonche' uno degli esecutori dell'attentato, e Vincenzo Puntorieri, legato a Cortese. Ha invece scelto la strada del giudizio abbreviato il quarto imputato, il boss pentito Antonino Lo Giudice, fratello di Luciano, che il 5 ottobre scorso e' stato condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione. L'accusa nei confronti degli imputati e' sostenuta dal procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo e dal sostituto Salvatore Curcio - l'ufficio del capoluogo calabrese e' competente per i procedimenti che riguardano le toghe in servizio a Reggio -. Nel corso delle indagini gli imputati sono stati raggiunti, il 15 aprile dello scorso anno, da un'ordinanza cautelare di custodia in carcere come presunti responsabili degli attentati compiuti contro la Procura generale di Reggio e l'abitazione del procuratore generale Di Ladro, nonche' delle intimidazioni di cui e' stato vittima l'ex procuratore della Repubblica in servizio nella Citta' dello Stretto, Pignatone. L'inchiesta ebbe un input determinante proprio da Antonino Lo Giudice, quando questi decise di collaborare con gli inquirenti assumendosi la responsabilita' di aver deciso di dare il via alla stagione delle intimidazioni a Reggio, facendo i nomi dei primi tre quali complici esecutori.

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