Attentati a magistrati Reggio: acquisite la prime testimonianze

Reggio Calabria Cronaca

Come previsto è stata dedicata all'acquisizione delle prime testimonianze l'udienza di oggi, nell'aula bunker a Catanzaro, del processo a carico di tre imputati per gli attentati di due anni fa contro i magistrati in servizio alla Procura di Reggio Calabria, e in particolare contro il procuratore generale della Città dello Stretto, Salvatore Di Ladro, e l'ex procuratore Giuseppe Pignatone, ora a capo della Procura di Roma, entrambi destinatari delle intimidazioni. Davanti ai giudici del tribunale collegiale di Catanzaro (presidente Adriana Pezzo, a latere Emanuela Folino e Barbara Fatale), - scrive l'Agi - sono comparsi uno alla volta sette investigatori che indagarono, in particolare, sulla bomba piazzata davanti alla Procura generale, e che hanno ricostruito tutta l'attività svolta in fase di indagini.

I giudici hanno in seguito conferito l'incarico al perito chiamato a trascrivere le intercettazioni ammesse nel fascicolo processuale alla scorsa udienza, quando il collegio ha respinto l'eccezione di inutilizzabilità avanzata dalle difese degli imputati, e questi ha chiesto 90 giorni per il deposito del materiale. Il dibattimento è stato quindi aggiornato al 3 dicembre per l'audizione di altri testi. Il processo con rito immediato - nel quale sono costituiti parte civile il Ministero della Giustizia, la Regione Calabria e il Comune di Reggio Calabria - vede sul banco degli imputati il boss Luciano Lo Giudice, Antonio Cortese, ritenuto l'armiere della cosca Lo Giudice nonché uno degli esecutori dell'attentato, e Vincenzo Puntorieri, legato a Cortese.

Ha invece scelto la strada del giudizio abbreviato il quarto imputato, il boss pentito Antonino Lo Giudice, fratello di Luciano, che il 5 ottobre scorso è stato condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione. Nel corso delle indagini gli imputati sono stati raggiunti, il 15 aprile dello scorso anno, da un'ordinanza cautelare di custodia in carcere come presunti responsabili degli attentati compiuti contro la Procura generale di Reggio e l'abitazione del procuratore generale Di Ladro, nonché delle intimidazioni di cui è stato vittima l'ex procuratore della Repubblica in servizio nella Città dello Stretto, Pignatone. L'inchiesta ebbe un input determinante proprio da Antonino Lo Giudice, quando questi decise di collaborare con gli inquirenti assumendosi la responsabilità di aver deciso di dare il via alla stagione delle intimidazioni a Reggio, facendo i nomi dei primi tre quali complici esecutori.

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