Bomba alla Procura, confermata la pista mafiosa
E' fuori discussione l'origine mafiosa dell'attentato. E' questa, secondo quanto si è appreso, l'interpretazione univoca dell'episodio criminoso di stanotte ai danni della Procura reggina e fatta nel corso del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocato d'urgenza dal prefetto Francesco Musolino. All'incontro hanno partecipato il procuratore generale Salvatore Di Landro, l'avvocato generale dello Stato Francesco Scuderi, il procuratore aggiunto della Repubblica, Michele Prestipino, ed i vertici provinciali delle forze dell'ordine.
Nel corso della riunione, durata circa due ore, avrebbe trovato conferma anche l'ipotesi che il movente sia da ricercare nell'opera di contrasto alla 'ndrangheta condotta dalla Procura generale sotto il profilo del sequestro e della confisca di beni ai mafiosi e nella delicatezza di alcuni procedimenti che sono pendenti davanti ai giudici di secondo grado e che riguardano le cosche piu' importanti della città e della provincia. Secondo quanto si è appreso, nel corso della riunione del Comitato sarebbero stati disposti nuovi e più stringenti controlli per la sicurezza.
La bomba è stata fatta esplodere verso le 5 di stamani davanti ad un portone da cui si accede agli uffici della Procura generale reggina. L'ordigno era composto da una bombola di gas da 10 chili alla quale era stato applicato esplosivo ad alto potenziale che è stato innescato da una miccia. A collocare l'ordigno sono stati due uomini con il volto coperto da caschi da motociclista.