Bomba in Procura: anche il RIS a lavoro
La ricorrenza festiva della Befana non ha fermato il lavoro degli inquirenti, impegnati a fare luce sull'attentato subito domenica mattina dagli uffici che ospitano la Procura generale della citta' di Reggio Calabria. Il fronte delle indagini vede sempre impegnati i Carabinieri. L'attivita' investigativa mira, innanzitutto, al riconoscimento dei due giovani, col volto coperto da caschi da motociclista, che all'alba di domenica scorsa hanno fatto esplodere l'ordigno davanti al presidio giudiziario di via Cimino. Al lavoro partecipano anche i militari del RIS della vicina Messina che, attraverso eventuali impronte digitali, tentano di risalire ai dinamitardi e, conseguentemente, anche ai mandanti.
Domani pomeriggio, in Prefettura, il ministro dell'Interno Roberto Maroni presiederà il comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza. Tra i partecipanti annunciati, il Guardasigilli Angelino Alfano, il capo della polizia Antonio Manganelli, i comandanti generali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, Leonardo Gallitelli e Cosimo D'Arrigo, i vertici delle forze dell'ordine della provincia reggina e, tra i magistrati, il capo della DDA della citta' dello Stretto Giuseppe Pignatone. Il vertice, che e' stato preceduto da una riunione preparatoria svoltasi nei giorni scorsi con il sottosegretario all'Interno Nitto Palma, servira' per illustrare ed avviare i provvedimenti governativi per fronteggiare il fenomeno mafioso a Reggio Calabria. Tra i provvedimenti figura l'aumento degli organici di magistratura e forze dell'ordine e lo stanziamento di ulteriori fondi da adibire alla lotta alla criminalita' organizzata.
Quasi certamente, il ministro Maroni parlera' anche della sede dell'Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati da realizzare proprio nella citta' dello Stretto. Su questo aspetto, oggi, in Comune, coordinato dal direttore generale Franco Zoccali, si e' svolto un vertice operativo per il varo di un progetto teso alla ricerca dell'immobile che dovra' ospitare l'Agenzia. Il lavoro degli esperti ha riguardato il patrimonio immobiliare comunale e gli immobili disposnibili, gia' destinati o da destinare all'ente municipale, provenienti dai beni sequestrati o confiscati alla 'ndrangheta, che potrebbero ospitare l'istituendo organismo.