Intimidazioni a magistrati Reggio: sentiti altri testimoni
Continuano a sfilare i testimoni nel processo con rito immediato a carico di tre persone per gli attentati di tre anni fa contro i magistrati in servizio nella città dello Stretto, e in particolare contro il procuratore generale Giuseppe Di Ladro, e l'ex procuratore Giuseppe Pignatone, ora a capo della Procura di Roma, entrambi destinatari delle intimidazioni. All'udienza di oggi sono stati sentiti ancora degli ufficiali di polizia giudiziaria che svolsero le indagini a Reggio, ed un consulente della Procura. Poi il rinvio al 12 e al 26 marzo, per sentire altri testi tra i quali i pentiti Lo Giudice e Rizza.
Al processo, nel quale sono costituiti parte civile il Ministero della Giustizia, la Regione Calabria e il Comune di Reggio Calabria, sul banco degli imputati siedono Luciano Lo Giudice, Antonio Cortese, ritenuto l'armiere della cosca Lo Giudice, e Vincenzo Puntorieri, legato a Cortese. Ha invece scelto tempo fa la strada del giudizio abbreviato il quarto imputato, il boss ex pentito Nino Lo Giudice, che è stato condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione, e tempo dopo ha fatto perdere le proprie tracce per poi rifarsi vivo con un memoriale fatto recapitare al proprio difensore, con il quale ha ritrattato le proprie dichiarazioni da collaboratore.
Nel corso delle indagini gli imputati sono stati raggiunti, il 15 aprile del 2012, da un'ordinanza cautelare di custodia in carcere come presunti responsabili degli attentati compiuti contro la Procura generale di Reggio e l'abitazione del procuratore generale Di Landro, nonchè delle intimidazioni di cui è stato vittima l'ex procuratore della Repubblica in servizio nella Citta' dello Stretto, Pignatone. L'inchiesta ebbe un input determinante proprio da Antonino Lo Giudice, quando questi decise di collaborare. (AGI)