Slai Cobas: scongiurato allungamento dei termini del processo Marlane Marzotto
"Scongiurato l’eccessivo allungamento dei termini del processo Marlane Marzotto: è quanto emerso ieri nell’udienza tenutasi presso l’aula Caldora del tribunale di Paola". E' quanto scrive in una nota lo Slai Cobas di Cosenza.
"Non verranno dunque - continua la nota sindacale - ascoltati gli oltre 1300 testi della lista stilata dalla Procura, ridotti ragionevolmente al numero più praticabile di 480 consulenti compresi. Anche il numero delle udienze mensili dovrebbe subire una intensificazione, a differenza delle due attualmente fissate, e ciò allo scopo di addivenire ad un radicale ridimensionamento dei tempi necessari a concludere esaustivamente l’iter procedurale.
Al cospetto di un’aula semivuota per la defezione di molti avvocati dell’accusa, sul banco dei testimoni si sono avvicendate figure istituzionali e familiari delle vittime Marlane, pungolate dai PM e censurate come al solito in modo deciso dagli avvocati della difesa. Ascoltare ogni volta storie di morte e di patologie irreversibili, mentre si assiste all’indifferenza dei patrocinatori degl’imputati è triste ed avendo vissuto le situazioni narrate è difficile trattenersi dal reagire per lo sdegno. Organizzare, come annunciato, manifestazioni da parte di non meglio identificate organizzazioni è senz’altro tardivo, essendo sovente le stesse che ieri si guardavano bene dall’appoggiare le rivendicazioni dello SLAI Cobas definite con sufficienza anacronistiche.
L’anno che sta per finire - continua lo Slai Cobas - dovrebbe essere foriero di novità per questo processo che nessuno voleva, istruito presso un tribunale salvatosi fortunosamente dalla soppressione, con avvocati di parte civile avvezzi a liti di condominio ed incidenti stradali. Le nostre scarse forze e l’incomprensione con la Procura, mediata maldestramente da alcuni avvocati, non ha permesso d’invocare “l’omicidio volontario ed il dolo eventuale” impedendoci di ricorrere in Assise pur essendocene le condizioni.
Per il nostro sindacato - conclude la nota - è stato già un grande successo essere riusciti ad avviare il processo così com’è, pur lamentando il mancato conferimento di tutti e 20 ettari dell’area industriale al “ sequestro conservativo”, ovvero a garanzia patrimoniale, e ciò ancora una volta è da imputare alla visione miope dei precedenti nostri avvocati. Salvo variazioni dell’ultimora la prossima udienza è fissata per il 23 novembre, speriamo che in quell’occasione ci vengano date più certezze e meno parole".