Caso Marlane, Slai Cobas: colpo d’acceleratore al processo
“Quella di venerdì 1° febbraio è stata un’udienza all’insegna del fair play, non essendosi registrata alcuna conflittualità tra le parti a differenza del solito. - È quanto si legge in una nota del Sindacato dei lavoratori autorganizzati intercategoriale Slai Cobas Cosenza - Per i notevoli ritardi dei convocati si è temuta la conclusione anticipata dell’ assise, poi scongiurata grazie all’arrivo alla spicciolata delle numerose persone chiamate a testimoniare alcune delle quali provenienti da distanze considerevoli. Le dichiarazioni rese dai convenuti non si sono differenziate di molto l’una dall’altra, essendo l’invivibilità dell’ambiente di lavoro e l’ inosservanza delle norme di sicurezza l’argomento di discussione.
Come al solito non è mancata qualche nota stonata, forse perché in azienda il teste svolgeva una mansione privilegiata o perché lavorava in postazioni non direttamente interessate da fenomeni particolari. Anche le amnesie che non sappiamo quanto giustificabili hanno avuto la loro parte, pur considerando che dai fatti in discussione sono trascorsi diversi decenni. Da sottolineare positivamente la velocizzazione delle prove proposta dai Pm in accordo con la difesa previa breve consultazione interna, ovvero l’accettazione delle sommarie informazioni preventivamente acquisite dalla P.G. ad evitare così l’ascolto dispersivo di prove affatto ripetitive.
Ora si va spediti verso la conclusione della prima fase, ovvero l’audizione dei 142 nominativi - più diciotto di riserva - citati dai PM e proprio questi ultimi in aggiunta ai 13 non ancora ascoltati del primo elenco dovranno comparire in aula il prossimo 8 febbraio. Ovviamente lo SLAI Cobas e Medicina Democratica rendono il giusto merito al Presidente Introcaso, ai giudici a latere ed ai PM, per l’accelerazione data a questo processo, la cui conclusione al punto in cui è giunto potrebbe essere relativamente a portata di mano”.