Morti Marlane, nessun colpevole: tutti assolti
Tutti innocenti: nessuno è colpevole per le morti di un centinaio di operai dell’ex Marlane di Praia a Mare che, nel corso degli anni, persero la vita per patologie secondo i loro familiari contratte nello stabilimento.
La Corte di Appello di Catanzaro, presieduta dal giudice Fabrizio Costantino, ha dichiarato infatti inammissibile l’appello proposto dal Comune di Praia a Mare e dal Pm per i 12 imputati nel cosiddetto “processo Marlane”, confermando dunque la sentenza di primo grado (del 12 dicembre 2014) che li aveva assolti dalle accuse di disastro ambientale, omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime.
Il sostituto procuratore Salvatore Curcio, al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna di tre dirigenti dell’azienda, in particolare 4 anni per Antonio Favrin, consigliere delegato della “Marzotto spa” tra il 2001 e il 2004; altri tre anni ciascuno per Carlo Lomonaco ed Attilio Rausse, a suo tempo responsabili dello stabilimento.
Secondo i giudici però non vi sarebbe alcun riscontro reale nel quadro accusatorio sostenuto dalla Procura di Paola e dalle parti civili.
In particolare i magistrati hanno ribadito che il tasso di mortalità a Tortora e Praia a Mare non si discosti molto da quello regionale e che non sono emersi elementi sufficienti per far ritenere che nella fabbrica non vi fossero impianti di aspirazione idonei o che non siano stati forniti ai dipendenti sufficienti dispositivi di protezione.
La Corte d’Appello, dunque, mette fine alle vicende giudiziarie degli indagati assolvendo l’ex amministratore delegato Silvano Storer; Antonio Favrin; Jean De Jaegher; l’ex sindaco di Praia Carlo Lomonaco; Attilio Rausse; Lorenzo Basetti, ex sindaco di Valdagno e vicepresidente della Lanerossi; Vincenzo Benincasa, Salvatore Cristallino, Ivo Comegna, Giuseppe Ferrari, Lamberto Priori e Pietro Marzotto (ex presidente del gruppo).