Regionali, Costanzo: “La mia candidatura non ha inteso rinnegare il passato”
“Ci sono alcuni dati da cui non posso prescindere pensando alla campagna elettorale appena trascorsa. Il primo è certamente quello che riguarda e che, malgrado l'obiettivo non si stato centrato in pieno, mi ha dato la possibilità di misurare me stesso, ma soprattutto le mie esperienze amministrative, da consigliere comunale e provinciale. E il bilancio è nettamente positivo”. L’ha detto Sergio Costanzo, candidato alle regionali, nonché consigliere comunale di Catanzaro.
“Ho detto all'inizio di questa avventura e lo ribadisco adesso, che non ho mai dimenticato da dove vengo e soprattutto chi mi ha consentito di crescere fino al punto di poter dialogare non solo con il mio territorio di appartenenza, il cui consenso mi permette di poter essere il secondo (assoluto) eletto in città con 3500 voti ed il primo della coalizione di centro sinistra, ma anche con amici di altre realtà, territorialmente e amministrativamente diverse e un po’ più lontane. Quindi la mia scelta non è stata un'operazione di rinnegamento del passato, né i miei quasi 7.000 voti, sono un'azione di forza nei confronti di alcune valutazioni forse sbagliate (ci si riferisce sempre ai fatti e mai solo alle persone), ma sono la misura di una crescita personale e politica che porta la faccia di Sergio Costanzo, ma le mani e l'impegno di chi, in passato e nel presente ho incrociato sulla mia strada, amici tanti validi amministratori e tantissimi ex amministratori con grande voglia di spendersi per il territorio.
“E qui arriviamo al secondo punto, non meno importante. Se un consigliere comunale di Catanzaro, non solo nella sua città ha migliorato il risultato personale, ma anche in altre province è riuscito a far passare il proprio messaggio politico, solo attraverso l'ascolto della gente, attraverso la propositività di un programma, che non po’ essere cristallizzato per punti ma deve adattarsi al territorio, allora significa che il bisogno è comune. La gente ha bisogno che siano risolti i problemi più urgenti, a Catanzaro, come a Crotone come a Vibo ma soprattutto in quel di Lamezia, come in qualsiasi altra provincia di questa Regione che cova nemici al suo stesso interno. Basta lotte di potere, basta rincorsa alle poltrone, basta speculazioni sulla salute e sul futuro dei calabresi. L'unica corsa ammessa oggi è quella che porta allo sviluppo omogeneo del territorio, perché chi pensa di avvantaggiare una zona piuttosto che un'altra ha già fatto perdere la Calabria. Il futuro? La mia esperienza di vita mi insegna che possiamo progettarlo ma non programmarlo. E tutte le persone che ho incontrato hanno aggiunto un pezzo a questo progetto che mira a riportare la Calabria Centrale, nel posto di primo piano e di traino per l'intera regione.
“Non è più il tempo delle primogeniture e dei pennacchi. E' il tempo dei fatti, delle cose realizzabili e non dei progetti faraonici che alla fine si fermano. E' il tempo di utilizzare le risorse europee per creare competitività nel nostro territorio. E' il tempo di portare in consiglio regionale, non solo 30 eletti, ma tutto il popolo calabrese. E alla fine di tutto, che è solo l'inizio di tanto, sarebbe davvero complicato ricordare tutte le persone che ho incontrato per ringraziarle ad una ad una. Potrei ringraziare la mia famiglia, i miei amici i molti amministratori e non che hanno creduto nel mio progetto e loro sanno quanto gliene sarò grato, ma in questa magica avventura mi hanno lasciato un segno, l’architetto Michele di Lamezia Terme,i l salumiere Massimo di Montepaone e Michino di Zagarise gente “semplice” e “sincera” ma di grande spessore umano e sociale, maestri di vita impagabili”.