Fondazione Campanella, Urisini: “Creare rete oncologica provinciale”
“Non abbiamo ritenuto opportuno entrare nel merito delle vicende di questi giorni della Fondazione Tommaso Campanella per due ragioni: la prima è l’assoluta fiducia che abbiamo sempre riposto nei vertici aziendali, ai quali bisogna riconoscere competenze specifiche e ferrea volontà di percorrere tutte le strade, anche quelle giudiziarie, prima di “deporre le armi” o di rassegnare le dimissioni; la seconda è legata alla consapevolezza che la crisi che ha investito l’Ente negli ultimi due anni ha, di fatto, una sola causa: la riduzione dei posti letto, cosa che ha inevitabilmente comportato una drastica riduzione delle risorse”. E’ quanto afferma Vincenzo Ursini dell’Accademia dei bronzi.
“In questa fase d’incertezza e prendendo in considerazione le dichiarazioni della presidente f.f. Antonella Stasi, pubblicate sul sito ufficiale delle regione, crediamo ora sia opportuno dare il nostro contributo di idee, con la speranza che la nostra proposta - unica strada veramente percorribile per il mantenimento dei livelli assistenziali e occupazionali - venga recepita da chi di dovere, se si vuole evitare che i 172 dipendenti rimangano senza lavoro. La strada da percorrere, a nostro avviso, è una sola, e cioè la costituzione di una Rete Oncologica provinciale (meglio se regionale) della quale dovranno far parte, oltre alla Fondazione Campanella, la struttura oncologica del presìdio “Ciaccio” e le altre Aziende sanitarie e ospedaliere, provinciali o regionali. Tale Rete dovrebbe soddisfare due momenti: quello della diagnosi e della terapia interventistica.
“Per fare ciò i posti letto di oncologia degli ospedali della provincia (Lamezia, Vibo, Crotone) o dell’intera regione dovrebbero essere riassegnati al nuovo Centro di riferimento (Tommaso Campanella / Ospedale Ciaccio), senza per questo depotenziare le Unità operative attivate negli stessi ospedali, ai quali sarà demandato il compito di assistere i pazienti nella fase della somministrazione della terapia.
“Tutto questo, dopo l’approvazione da parte della struttura commissariale e dalla giunta regionale, dovrebbe portare ad un “progetto sperimentale di rete oncologica” che tenga conto delle priorità e delle esigenze del paziente, fornendo a ciascun ammalato una completa assistenza dal momento della diagnosi a quello dell’assistenza domiciliare ed eventualmente all’hospice. Sulla base di tali presupposti, la Fondazione Tommaso Campanella potrà avvalersi delle migliori competenze nazionali in ambito oncologico, unitamente all’università Magna Graecia la quale potrebbe, di fatto, continuare la sua mission di ricerca.
“Il progetto sperimentale dovrebbe quindi scaturire da una volontà condivisa tra regione e università e avrebbe tutte le carte in regola per essere finanziato con fondi specifici, regionali e ministeriali, visto che l’obiettivo sarà quello di produrre interventi di alta specialità. Solo così facendo il nuovo centro oncologico (Tommaso Campanella / Università / Ospedale Ciaccio) potrebbe continuare la sua mission nel contesto delle eccellenze nazionali, riappropriandosi di quella credibilità, acquisita negli anni, che nell’ultimo periodo è andata via via scemando”.
“La giunta regionale - conclude Ursini - può fare questo nell’immediato, approvando il progetto per la costituzione di una nuova rete oncologica, provinciale o regionale, sulla base delle indicazioni che perverranno dagli uffici del piano di rientro. Altre strade saranno sempre provvisorie o non facilmente percorribili”.