Un’altra tegola su Matacena, sequestrati e confiscati 20 aziende e conti esteri
La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha eseguito un sequestro e confisca di beni, emesso dalla Corte di Assise d’Appello del capoluogo - su proposta del Procuratore Generale Bernardo Petralia e del Sostituto Domenico Galletta - nei confronti del noto armatore Amedeo Matacena, ex parlamentare ed attualmente latitante a Dubai, negli Emirati Arabi.
Matacena, già condannato definitivamente nel 2014 a 3 anni di reclusione dalla Corte di Cassazione per concorso esterno in associazione mafiosa, è stato individuato, in questo contesto giudiziario, come uomo politico "di riferimento" delle cosche reggine che tramite l’ex parlamentare avrebbero salvaguardato i loro interessi.
Successivamente, l’armatore è stato coinvolto nelle indagini svolte sempre dalla Dia nell’ambito dell’Operazione Breakfast, che portarono all’emissione di diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere, oltre che nei suoi riguardi, anche a carico della moglie, Chiara Rizzo (per intestazione fittizia di beni) e dell’ex Ministro dell’Interno Claudio Scajola, che è accusato di averlo aiutato a sottrarsi alla cattura.
Nel giugno scorso la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale della città dello Stretto, su proposta della Procura Distrettuale, ha confermato la sussistenza della "pericolosità sociale qualificata" di Matacena, disponendo nei suoi confronti il sequestro di disponibilità finanziarie e di un immobile all’estero.
Con il provvedimento di oggi, la Corte di Assise di Appello, evidenziando che la maggior “parte dei beni che [costituiscono] il patrimonio del Matacena [sono] frutto di attività illecite e/o di reimpiego dei loro proventi”, e ravvisando “una oggettiva quanto marcata sproporzione” tra gli investimenti effettuati e i suoi redditi dichiarati, ha disposto il sequestro e confisca di 12 sue società (per l’intero capitale sociale o in quota parte), di cui quattro in Italia (a Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Roma) e otto all’estero (nella Isole Nevis, in Portogallo, a Panama, Liberia e Florida), oltre che di disponibilità finanziarie su conti esteri.
In particolare, le società si riferiscono prevalentemente alle attività di tipo armatoriale, ovvero il traghettamento e i trasporti marittimi; ma anche nel settore immobiliare e dell’edilizia che Matacena svolgeva sia nel nostro Paese che all’estero.
Sono ricompresi nel provvedimento anche 25 immobili aziendali, oltre ad una grossa motonave della stazza di oltre 8.100 tonnellate, già utilizzata per attività di traghettamento veicoli e passeggeri nello Stretto di Messina.
Il valore complessivo del patrimonio colpito supera i 10 milioni di euro. Le aziende proseguiranno la loro attività con degli amministratori giudiziari nominati dall’Autorità Giudiziaria.