La legge elettorale italiana alla Corte di Strasburgo
La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo giudicherà se la legge elettorale per il rinnovo del Parlamento Italiano sia in contrasto con i diritti garantiti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.
La seconda Sezione della Corte, infatti, all'esito dell'esame preliminare di numerosi ricorsi proposti da alcuni cittadini italiani contro la legge n. 270/2005 introduttiva delle nuove norme per le elezioni per il rinnovo del Parlamento - ritenuta appunto in contrasto con i diritti garantiti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo - ha invitato il Governo Italiano a difendersi sulle censure formulate dai ricorrenti, riservandosi di esaminare congiuntamente la ricevibilità ed il merito delle richieste.
In particolare, la Corte ha invitato il Governo Italiano a rispondere se l'attuale legge elettorale, introdotta con la Legge n. 270/05, viola il diritto dei cittadini alla libera scelta dell'assemblea legislativa, ai sensi dell'art. 3 del Protocollo aggiuntivo n. 1 alla Convenzione, tenuto conto che le liste bloccate riguardano un numero di candidati pari al numero dei seggi disponibili e che, per l'attribuzione del premio di maggioranza introdotto dalla stessa legge, non sia prevista alcuna soglia minima di voti.
E' stato, inoltre, presentato ricorso per giudicare se i ricorrenti potevano disporre, così come richiesto dall'art.13 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, di un ricorso interno effettivo da proporre a tutela del diritto riconosciuto dall'art.3 del Protocollo n.1.
A rappresentare i ricorrenti - tra i quali molti calabresi - sarà l'avvocato Natalina Raffaelli del Foro di Catanzaro. "La decisione della Corte di Strasburgo - dichiara Raffaelli - rappresenta uno splendido esempio di democrazia diretta e di partecipazione dei cittadini all'attuazione concreta della Repubblica, così come delineata dalla Costituzione italiana".