Rifiuti. La GdF di Catanzaro sequestra 90 milioni di beni, indagato Pugliano
Beni per un valore di 90 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Catanzaro nell'ambito di una operazione sulla gestione dei rifiuti che ha interessato diverse regioni italiane. In particolare, i sequestri coinvolgono imprenditori del settore, alcuni dei quali interessati anche nello smaltimento dei rifiuti a Napoli, alti funzionari dell'Ufficio del commissario per l'emergenza ambientale in Calabria e dell'assessorato all'Ambiente della stessa regione. I particolari dell'operazione saranno resi noti oggi, alle 11, nel corso di una conferenza stampa in programma nel Comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro, alla presenza del procuratore capo Antonio Vincenzo Lombardo, del procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli, del Comandante provinciale della Guardia di finanza, generale Salvatore Tatta, e del comandante del Nucleo di polizia tributaria, Fabio Canziani.
L'assessore regionale all'ambiente, Francesco Pugliano, è indagato nell'ambito dell'inchiesta. L’accusa per l’assessore è di aver emesso una serie di ordinanze, liquidando alla società Enertech, che gestisce la discarica di Alli, la somma di 1 milione e 642 mila euro, che ha incassato i soldi pur non avendo le competenze per la gestione della discarica. Nel mirino dell’inchiesta è finito anche l’ex sub commissario delegato per l’emergenza ambientale in Calabria, Graziano Melandri al quale viene contestato di avere emesso 4 ordinanze con le quali ha liquidato la società Enertech 1 milione e 335 mila euro. Anche Domenico Rechichi, funzionario dell’Ufficio del commissario per l’emergenza ambientale, risulta coinvolto. I tre imprenditori coinvolti nelle indagini sono Stefano Gavioli, 64 anni, di Treviso; Loris Zerbin 50 anni, di Campolongo Maggiore, Venezia e Giovanni Faggiano, 52 anni, di Brindisi, per i quali l’accusa è di aver costituito una serie di società attraverso le quali evadevano il pagamento delle imposte.
RETTIFICA | È Giovanni Faggiano, e non Stefano Gavioli, l'imprenditore recentemente arrestato a Napoli nell'ambito di una inchiesta condotta dalla Digos e dalla Guardia di Finanza partenopea su presunti illeciti nel settore della gestione dei rifiuti. Gavioli e Faggiano, suo stretto collaboratore, sono fra le sei persone indagate in un'analoga indagine diretta dalla Procura di Catanzaro, che oggi ha portato al sequestro da parte della Guardia di finanza del capoluogo calabrese, di beni del valore complessivo di circa 90 milioni di euro.
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