Catanzaro: inchiesta rifiuti, chieste scarcerazioni
La richiesta di far tornare in libertà i propri assistiti è stata avanzata oggi dai legali di tre indagati coinvolti nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro denominata "Pecunia non olet", su presunti gravi illeciti in materia fiscale ed ambientale connessi alla gestione dell'impianto di smaltimento rifiuti di Alli. Davanti al tribunale del riesame di Catanzaro sono stati discussi i ricorsi presentati nell'interesse di Stefano Gavioli, 54 anni, di Venezia, proprietario della società Enertech, che gestisce l'impianto di smaltimento di Alli, sottoposto a custodia cautelare in carcere, e poi dell'avvocato della Enertech Giancarlo Tonetto, 56 anni, di San Donà di Piave, ed Enrico Prandin, 49 anni, di Rovigo, entrambi ristretti agli arresti domiciliari.
I legali degli indagati hanno chiesto l'annullamento, la revoca o la sostituzione dei provvedimenti cautelari emessi dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Abigail Mellace, su richiesta del sostituto procuratore titolare dell'inchiesta, Carlo Villani, ed eseguiti lo scorso 17 novembre. Quel giorno, oltre a Gavioli, è finito in carcere anche Loris Zerbin, 50 anni, di Campolongo Maggiore, direttore tecnico della Enertech; ed ai domiciliari è stato posto anche l'amministratore di una delle società del gruppo della Enertech, Giovanni Faggiano, 52 anni, di Brindisi.
Due le persone sottoposte all'obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, Antonio Garruba e Paolo Bellamio, un tecnico della Eneterch, e un commercialista.
Il gip ha disposto ieri la sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio di altri due indagati, funzionari dell'Ufficio del commissario per l'emergenza ambientale in Calabria, Domenico Richichi e Simone Lo Piccolo. Il pubblico ministero Villani aveva proposto l'applicazione della stessa misura interdittiva anche nei confronti dell'ex Commissario per l'emergenza ambientale in Calabria, Graziano Melandri, ma a seguito delle dimissioni rassegnate da quest'ultimo ha revocato tale propria richiesta, sulla quale di conseguenza il gip si è espressa con un "non luogo a provvedere". Oltre alla decisione dei giudici in merito ai ricorsi discussi si attende ancora quella relativa alla richiesta di dissequestro dell'impianto di Alli, avanzata dai difensori della Enertech a seguito del provvedimento eseguito il 14 ottobre.