Rifiuti: “Pecunia non olet”, processo ancora fermo a Catanzaro
Ancora una volta non è potuto iniziare a causa di difetti nelle notifiche, oggi a Catanzaro, il processo a carico delle quindici persone coinvolte nell'inchiesta della Procura della Repubblica del capoluogo calabrese denominata "Pecunia non olet" su presunti gravi illeciti in materia fiscale ed ambientale connessi alla gestione dell'impianto di smaltimento rifiuti di Alli, nel catanzarese. Nonostante la cosa si fosse già verificata lo scorso 7 ottobre, quanto il pubblico ministero chiese la trasmissione degli atti in Procura perché si verificasse cosa avesse comportato i difetti nelle notifiche, e il tribunale ne dispose il rinnovo, oggi la situazione si è ripresentata e tutto è stato rinviato al prossimo 17 marzo, quando sara' ormai trascorso quasi un anno dal rinvio a giudizio degli imputati. Questo risale infatti allo scorso 14 maggio, quando il gup accolse la richiesta del pm, cui si associarono anche le parti civili, che sono il Ministero dell'Ambiente (difeso dall'Avvocatura di Stato), il Comune di Catanzaro (rappresentato dall'avvocato Nicola Cantafora), e il Comune di Simeri Crichi (rappresentato dall'avvocato Valerio Murgano). Tra gli imputati compaiono imprenditori, professionisti, funzionari dell'Ufficio per l'emergenza ambientale in Calabria (ora soppresso), Graziano Melandri, ex Commissario delegato per l'emergenza ambientale in Calabria dal 9 marzo 2011 - che si dimise dall'incarico proprio nel corso dell'inchiesta -, e l'ormai ex assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Francesco Pugliano, coinvolto nella vicenda nella sua qualita' di ex sub-commissario dell'Ufficio per l'emergenza dal 5 agosto del 2010 all'8 marzo del 2011. Associazione a delinquere, abuso d'ufficio, evasione fiscale, corruzione, falso e disastro ambientale i reati a vario titolo contestati nell'ambito dell'inchiesta. (AGI)