Discarica di Alli: chiesto dissequestro
È stato discusso oggi, davanti al tribunale del riesame di Catanzaro, il ricorso presentato dagli avvocati della società Enertech contro il provvedimento di sequestro dell'impianto di smaltimento rifiuti di Alli, nel catanzarese, al centro di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro su presunti gravi illeciti in materia fiscale ed ambientale connessi alla gestione dell'impianto stesso. La difesa ha chiesto che tutto venga dissequestrato e restituito alla disponibilità della società - l'impianto è attualmente affidato ad un custode giudiziale -, ma i giudici si sono riservati la decisione che sarà depositata nei prossimi giorni. Il sequestro della struttura, effettuato dai carabinieri del Noe, risale allo scorso 14 ottobre, ed è stato disposto nell'ambito di indagini che hanno permesso di verificare lo sversamento di percolato nel fiume Alli, con conseguente grave inquinamento ambientale. In quella stessa occasione tre indagati furono raggiunti da un avviso di garanzia, tutti amministratori e tecnici della società Enertech.
Quanto all'ultima tranches delle indagini, che giovedì scorso ha visto finanzieri e carabinieri eseguire un provvedimento cautelare a carico di sette persone - con due persone condotte in carcere, tre ai domiciliari, e due sottoposte all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria -, è attesa per domani la decisione del giudice per le indagini preliminari Abigail Mellace in merito all'ulteriore richiesta del pubblico ministero titolare dell'inchiesta, Carlo Villani, di applicazione dell'interdizione dai pubblici uffici nei confronti di due funzionari dell'Ufficio del commissario per l'emergenza ambientale in Calabria indagati, Domenico Richichi - che ad agosto si è dimesso dall'incarico di responsabile del procedimento - e Simone Lo Piccolo.
Il pm ha revocato la medesima richiesta nei confronti di un terzo indagato, Graziano Melandri, ex Commissario per l'emergenza ambientale in Calabria, che venerdì scorso ha dato le dimissioni.