Rifiuti: inchiesta discarica Alli, presto interrogatorio indagati
Saranno interrogati nei prossimi giorni due degli indagati dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro denominata "Pecunia non olet" su presunti gravi illeciti in materia fiscale ed ambientale connessi alla gestione dell'impianto di smaltimento rifiuti di Alli, nel catanzarese. Si tratta dell'imprenditore Stefano Gavioli, 54 anni, di Venezia, proprietario della società"Enertech", che gestiva la discarica, e di Enrico Prandin, 49 anni, di Rovigo, che assieme ai rispettivi difensori hanno chiesto di essere sentiti dopo la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini emesso a metà settembre dal sostituto procuratore Carlo Villani, titolare del fascicolo, a carico loro e di altre tredici persone, tra le quali compaiono imprenditori, professionisti, funzionari dell'Ufficio per l'emergenza ambientale in Calabria, Graziano Melandri, ex Commissario delegato per l'emergenza ambientale in Calabria dal 9 marzo 2011 - che si dimise dall'incarico proprio nel corso dell'inchiesta -, e l'assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Francesco Pugliano, coinvolto nella vicenda nella sua qualità di ex sub-commissario dell'Ufficio per l'emergenza dal 5 agosto del 2010 all'8 marzo del 2011.
Associazione per delinquere, abuso d'ufficio, evasione fiscale, corruzione, falso e disastro ambientale i reati a vario titolo contestati nell'ambito dell'inchiesta che è venuta alla luce in tre diverse tranches, la prima delle quali risale all'agosto del 2011 quando la Guardia di finanza sequestrò beni per un valore complessivo di oltre 90 milioni di euro, la seconda al 14 ottobre seguente, quando i Carabinieri del Noe hanno sequestrato l'impianto di Alli, e la terza al 17 novembre, quando un provvedimento cautelare fu eseguito a carico di sette persone - tutte della società "Enertech", che gestiva la discarica di Alli fino a pochi giorni prima -, due delle quali finite in carcere, tre ai domiciliari, due sottoposte all'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Già all'epoca degli arresti l'associazione a delinquere era contestata ai vertici della società Enertech, ed oggi e' ipotizzata in particolare a carico dello stesso Gavioli, ritenuto promotore del sodalizio, di Prandin, e poi ancora di Loris Zerbin, 50 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia), direttore tecnico della Enertech, dell'amministratore di una delle società del gruppo della Enertech, Giovanni Faggiano, 52 anni, di Brindisi, dell'avvocato della Enertech, Giancarlo Tonetto, 56 anni, di San Dona' di Piave (Venezia), e del commercialista Paolo Bellamio.