Rifiuti: percolato nel fiume a Catanzaro, in 8 a giudizio

Catanzaro Cronaca

Sono state tutte rinviate a giudizio le otto persone imputate per reati ambientali, truffa e falso per il presunto sversamento nel fiume Alli del percolato derivante dall'impianto di smaltimento rifiuti che si trova proprio ad Alli, nel catanzarese, nell'ambito di uno dei filoni dell'inchiesta denominata "Pecunia non olet". Lo ha deciso il giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro, Giovanna Mastroianni, che ha accolto la richiesta del pubblico ministero titolare delle indagini, Carlo Villani, sostenuta anche dai legali delle parti civili - la Provincia di Catanzaro, il Comune di Simeri Crichi, il Wwf, Legambiente e il Movimento difesa del cittadino - facendo comunque cadere le singole accuse di abuso d'ufficio contestate a tre funzionari regionali - Adelchi Andrea Ottaviano, Rocco Tavano, Giovanbattista Papello -.

Il processo avrà inizio il 6 dicembre davanti al tribunale monocratico del capoluogo calabrese. Sul banco degli imputati, in particolare: l'imprenditore Stefano Gavioli, di 55 anni, di Venezia, proprietario della società Enetech che fino a due anni fa gestiva la discarica di Alli; e poi un suo collaboratore, Loris Zerbin 52 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia), direttore tecnico della Enertech; Giovanni Faggiano 54 anni, di Brindisi; Santo Mellace, 52 anni , di Catanzaro, e Antonio Garrubba, 48 anni, di Isola Capo Rizzuto (Crotone), tecnici dell'azienda; Giovanbattista Papello, ex componente dell'organismo di vigilanza e controllo dell'Ufficio del Commissario delegato per l'emergenza in Calabria; Adelchi Andrea Ottaviano, responsabile unico del procedimento fra il 2006 e il 2008; Rocco Tavano, funzionario di supporto al responsabile unico (gli avvocati che difendono gli indagati sono Francesco Murgia, Annamaria Alborgetti, Mezio Francesco Galluccio, Orazio Vescio, Pasquale Vaccaro, Aldo Truncè, Salvatore Gulli', Crescenzio Santuori, Francesco Iacopino).

Nell'ambito dell'altro e principale troncone di "Pecunia non olet" la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di quindici persone - l'udienza preliminare è fissata per il 26 settembre -, tra le quali compaiono imprenditori, professionisti, funzionari dell'Ufficio per l'emergenza ambientale in Calabria, Graziano Melandri, ex Commissario delegato per l'emergenza ambientale in Calabria dal 9 marzo 2011 - che si dimise dall'incarico proprio nel corso dell'inchiesta -, e l'assessore all'Ambiente della Regione Calabria, Francesco Pugliano, coinvolto nella vicenda nella sua qualità di ex sub-commissario dell'Ufficio per l'emergenza dal 5 agosto del 2010 all'8 marzo del 2011. Associazione a delinquere, abuso d'ufficio, evasione fiscale, corruzione, falso e disastro ambientale i reati a vario titolo contestati nell'ambito della vasta inchiesta che è venuta alla luce in tre diverse tranches, ed è stata seguita da una recente nuova indagine, ancora in fase iniziale, che riguarda l'ampliamento dell'impianto di smaltimento rifiuti. (AGI)

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