Rifiuti. Chiesta la revoca per l’interdizione al Commissario Melandri
La Procura di Catanzaro ha chiesto la revoca della richiesta di interdizione dai pubblici uffici nei confronti del commissario per l'emergenza ambientale, Graziano Melandri, coinvolto nell'inchiesta sulla gestione della discarica di Catanzaro che nei giorni scorsi ha portato all'arresto dei vertici della Eneterch. La richiesta e' stata fatta dal pm Carlo Villani al termine dell'interrogatorio di Melandri davanti al gip dopo le dimissioni dall'incarico presentate dallo stesso.
Ha risposto lungamente all'interrogatorio di garanzia Graziano Melandri, l'ex Commissario per l'emergenza ambientale in Calabria coinvolto nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro su presunti gravi illeciti in materia fiscale ed ambientale connessi alla gestione dell'impianto di smaltimento rifiuti di Alli, nel catanzarese. Per il generale della Guardia di finanza in congedo, che venerdì scorso ha dato le dimissioni dall'Ufficio del commissario, il pubblico ministero Carlo Villani, titolare dell'inchiesta in questione, ha rinunciato alla propria richiesta di applicazione della misura dell'interdizione dai pubblici uffici, a seguito della quale lo stesso Melandri è stato invitato a comparire davanti al giudice per le indagini preliminari Abigail Mellace. Davanti a lui, oggi pomeriggio, l'indagato ha reso dichiarazioni che la difesa - affidata all'avvocato Giuseppe Fonte - ha definito particolarmente ampie e totalmente esaurienti, fornendo la propria versione dei fatti e respingendo ogni contestazione che gli viene mossa. Dal gip, a questo punto, si attende la formale decisione a proposito della misura interditiva, la cui applicazione è stata richiesta anche per i due funzionari del medesimo Ufficio del commissario Domenico Richichi - che ad agosto si è dimesso dall'incarico di responsabile del procedimento che lo ha visto finire sotto inchiesta - e Simone Lo Piccolo. Anche Richichi, affiancato dallo stesso avvocato Fonte, ha risposto a tutte le domande del giudice fornendo le proprie spiegazioni, come ha fatto in serata Lo Piccolo, assistito dall'avvocato Carlo Morace.
Nella tarda mattinata, invece, si erano già svolti gli interrogatori di garanzia di tre dei destinatari dell'ordinanza cautelare eseguita giovedì scorso, e cioè Enrico Prandin, 49 anni, di Rovigo, finito agli arresti domiciliari (è difeso dall'avvocato Leopoldo Marchese), e poi Antonio Garruba e Paolo Bellamio, un tecnico della societa' Eneterch che gestisce l'impianto di Alli, e un commercialista, sottoposti all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, ma quest'ultimo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Si terranno per rogatoria nelle citta' dove sono state eseguite le misure cautelari, infine, gli interrogatori di garanzia dell'amministratore di una delle società del gruppo della Enertech, Giovanni Faggiano, 52 anni, di Brindisi, e dell'avvocato Giancarlo Tonetto, 56 anni, di San Dona' di Piave (Venezia), entrambi sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Nei giorni scorsi si sono tenuti gli interrogatori delle due persone sottoposte a custodia cautelare in carcere, Stefano Gavioli, 54 anni, di Venezia, proprietario della società Enertech, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, e Loris Zerbin, 50 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia), direttore tecnico della Enertech, che invece ha fornito la propria versione. Nella vasta inchiesta, che prima degli arresti di giovedì scorso aveva avuto due precedenti tranches per l'esecuzione del sequestro di beni per un valore di svariati milioni di euro, nonché dello stesso impianto di smaltimento di Alli, tra gli indagati vi è anche l'attuale assessore regionale all'Ambiente, Francesco Pugliano (nella sua qualità di ex subcommissario per il superamento dell'emergenza ambientale). Complessivamente sono contestati reati che vanno all'associazione per delinquere alla "sottrazione fraudolenta di beni e denaro al pagamento delle imposte", ed alla violazione delle norme ambientali.