Compravendita voti a Catanzaro, alcuni testi ritrattano
Sette delle quindici persone le cui dichiarazioni dovevano essere acquisite oggi con incidente probatorio, nell'ambito dell'inchiesta relativa ad una presunta compravendita di voti che secondo l'ipotesi d'accusa si sarebbe verificata a Catanzaro, in occasione delle ultime elezioni comunali del 6 e 7 maggio, si sono avvalse della facoltà di non rispondere. Altre cinque persone - informa l'Agi - hanno parlato, ed alcune di esse hanno ritrattato la versione fornita agli inquirenti in fase di indagini al punto da indurre il pubblico ministero a chiedere per due in particolare gli atti indietro per verificare se si possa procedere contro di loro.
Le ultime tre persone da sentire - l'indagato Salvatore Tomaselli ed altri due sentiti in fase di indagini - saranno in aula il prossimo 1 febbraio. L'incidente probatorio ha avuto luogo dopo il rigetto di alcune eccezioni della difesa degli indagati, che aveva chiesto tra l'altro di dichiarare inutilizzabili le intercettazioni effettuate dagli investigatori. Tra coloro i quali hanno scelto il silenzio c'era l'indagato Paolo Gravino, che ha potuto avvalersi della facoltà di non rispondere proprio in virtù di questa sua posizione nel procedimento, ed altri che se ne sono giovati grazie alla loro parentela con persone indagate.
Di quelli che hanno risposto, invece, solo alcuni hanno confermato il racconto di presunte promesse di denaro o di posti di lavoro in cambio di voti avvenuti prima delle consultazioni elettorali, mentre altri hanno ritrattato completamente anche quando il pm, Gerardo Dominijanni, ha contestato loro le discrasie fra quanto detto in aula, davanti al giudice per le indagini preliminari, Maria Rosaria Di Girolamo, e quanto riferito agli investigatori. Oltre a Gravino e Salvatore Tomaselli, altre quattro persone sono allo stato coinvolte nelle indagini svolte dalla Digos. Si tratta di Francesco Leone, 58 anni, eletto consigliere comunale di centrodestra, Ferdinando Tomaselli, 30 anni, Angelo Raffaele, 30 anni, e Fabio Trapasso, 42 anni (i difensori impegnati sono Antonio Lomonaco e Gianni Russano per Leone, Dario Gareri per Gravino, Gregorio Viscomi per Salvatore Tomaselli, Gioconda Soluri per Trapasso, Andrea Gareri per Tomaselli Ferdinando).
A tutti è contestata la violazione in concorso di tre articoli della legge elettorale, che integrano quella che dai non addetti al lavori viene definita "corruzione elettorale", nonché la falsificazione e alterazione delle schede. L'ipotesi alla base dell'inchiesta, nell'ambito della quale il Comune di Catanzaro figura come parte offesa, è proprio quella che si stato procurato illegalmente sostegno elettorale con l'acquisto dei voti o la manomissione di schede.