Inchiesta comunali Catanzaro, atti del Tar giunti in procura
Sono arrivati in Procura, a Catanzaro, all'attenzione del sostituto Gerardo Dominijanni, gli atti trasmessi dal Tribunale amministrativo regionale che nei giorni scorsi si è pronunciato nel senso di presunte irregolarità che sarebbero state commesse nel capoluogo calabrese in occasione delle ultime elezioni comunali del 6 e 7 maggio, con conseguente annullamento del voto in otto sezioni nonché dei verbali di proclamazione del sindaco e del consiglio comunale. - Lo scrive l'Agi - Al pm, che già da tempo ha avviato un'inchiesta per una presunta compravendita di voti, ora toccherà passare in rassegna tutto il materiale - nel quale il Tar ha ravvisato anomalie relativamente ad alcune schede -, alla ricerca di eventuali prove della commissione di reati.
Verifiche cui gli inquirenti non sono nuovi, dal momento che già all'epoca delle consultazioni il pubblico ministero aveva proceduto a sequestrare tutte le schede elettorali. Nel prosieguo dell'attività' investigativa, svolta dagli uomini della Digos ha preso via via sempre più corpo un costrutto accusatorio secondo il quale alcuni voti sarebbero stati "comprati" con presunti pagamenti di denaro e promesse di posti di lavoro. Proprio su questo specifico aspetto il 7 dicembre dovrebbe svolgersi l'incidente probatorio nell'ambito del quale verranno acquisite in contraddittorio, e dunque con valore di prova in un eventuale futuro processo, le testimonianze di alcune persone che avrebbero riferito dei presunti illeciti. Si tratta, in particolare, di tredici persone già sentite in fase di indagini, nonché di due indagati, e precisamente il 60enne Paolo Gravino e il 45enne Salvatore Tomaselli, i quali potranno avvalersi della facoltà di non rispondere proprio in virtù del loro coinvolgimento nell'inchiesta.
Le altre quattro persone allo stato coinvolte nelle indagini sono Francesco Leone, 58 anni, eletto consigliere comunale di centrodestra, Ferdinando Tomaselli, 30 anni, Angelo Raffaele, 30 anni, e Fabio Trapasso, 42 anni. A tutti è contestata la violazione in concorso di tre articoli della legge elettorale, che integrano quella che dai non addetti al lavori viene definita "corruzione elettorale", nonché la falsificazione e alterazione delle schede. L'ipotesi alla base dell'inchiesta, nell'ambito della quale il Comune di Catanzaro figura come parte offesa, è proprio quella che Leone abbia ricevuto sostegno procurato illegalmente con l'acquisto dei voti o la manomissione di schede.