Elezioni Catanzaro: rinviato incidente probatorio
È stata rinviata la seconda parte dell'incidente probatorio nell'ambito dell'inchiesta relativa ad una presunta compravendita di voti che secondo l'ipotesi d'accusa si sarebbe verificata a Catanzaro, in occasione delle ultime elezioni comunali del 6 e 7 maggio. Dopo che il 7 dicembre sono comparse in aula le prime quindici persone che il pubblico ministero, Gerardo Dominijanni, ha chiesto di sentire con urgenza, temendo che potessero essere influenzate in attesa degli sviluppi del procedimento, oggi davanti al giudice per le indagini preliminari, Maria Rosaria Di Girolamo, l'incidente probatorio avrebbe dovuto concludersi con le testimonianze dell'indagato Salvatore Tomaselli e di altre due persone già sentite in fase di indagini.
Ma un impedimento del giudice ha reso necessario il rinvio al prossimo 14 febbraio. Nel corso dell'udienza di dicembre alcune delle persone sentite hanno modificato la versione fornita agli inquirenti in fase di indagini al punto da indurre il pubblico ministero a chiedere gli atti per due di loro in particolare, per verificare se procedere per falsa testimonianza, mentre altri hanno scelto il silenzio. Tra questi ultimi l'indagato Paolo Gravino, che ha potuto avvalersi della facoltà di non rispondere proprio in virtu' di questa sua posizione nel procedimento, ed altri che se ne sono giovati grazie alla loro parentela con persone indagate. Oltre a Gravino e Salvatore Tomaselli, altre quattro persone sono allo stato coinvolte nelle indagini svolte dalla Digos.
Si tratta di Francesco Leone, 58 anni, eletto consigliere comunale di centrodestra, Ferdinando Tomaselli, 30 anni, Angelo Raffaele, 30 anni, e Fabio Trapasso, 42 anni (i difensori impegnati sono Antonio Lomonaco e Gianni Russano per Leone, Dario Gareri per Gravino, Gregorio Viscomi per Salvatore Tomaselli, Gioconda Soluri per Trapasso, Andrea Gareri per Tomaselli Ferdinando). A tutti è contestata la violazione in concorso di tre articoli della legge elettorale, che integrano quella che dai non addetti al lavori viene definita "corruzione elettorale", nonché la falsificazione e alterazione delle schede. L'ipotesi alla base dell'inchiesta, nell'ambito della quale il Comune di Catanzaro figura come parte offesa, è proprio quella che si stato procurato illegalmente sostegno elettorale con l'acquisto dei voti o la manomissione di schede. (AGI)