Belmonte (M5S): “Non si scherza con le armi chimiche”
“Ma stiamo scherzando, adesso ci dicono che la nostra paura del passaggio delle armi chimiche siriane a Gioia Tauro è solo una sindrome”, denuncia Giovanni Belmonte del meetup 162 del Movimento 5 Stelle di Reggio, “ma dietro c’è un affare miliardario e l’idea della Bonino di vendersi Gioia per rientrare nei colloqui di pace Ginevra 2 (Montreux, 22 gennaio) e alla conferenza umanitaria sulla Siria, a Roma del 3 febbraio, sarebbe un’ottima mossa diplomatica, ma perché sulla pelle dei calabresi?
Ma più che alla Bonino chiediamo al Governatore in difficoltà e al Pd meno elle calabrese in crisi afasica che hanno bisogno di vendersi qualcosa per rientrare nel giro della politica nazionale”. Belmonte attacca, “lo stesso presidente siriano Assad a settembre a Fox News aveva detto che tutta l’operazione di smaltimento delle armi chimiche vale un miliardo di dollari”.
Belmonte trova strano che lo stesso presidente dell'Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) responsabile dell’operazione, il turco Ahmet Üzümcü, non abbia convinto il suo paese, né la Giordania, la Norvegia o il Belgio ad accettare questo carico. “In Albania, a novembre”, dice Belmonte, ”si sono dovuti arrendere alle proteste di migliaia di manifestanti, non è stata presa in considerazione la base russa di Tartus”.
E affonda Belmonte, “un giro vorticoso di soldi, sulla pelle dei calabresi, che non avranno alcun ritorno. Üzümcü parla di 50 milioni di euro solo per l’operazione che passa da Gioia Tauro, è stato anche costituito un Trust Fund per finanziare l'intera distruzione che ha raccolto finora 12 milioni di euro e altri 20 sono stati promessi, l'Italia ha contribuito con 3 milioni di euro. Per la Bonino è la più importante operazione di disarmo degli ultimi 10 anni, più importante di quella in Libia, certo che Scopelliti in difficoltà, balbetta”.
Così é rimasta l'Italia che ha accettato già in dicembre di fungere come area di sosta per trasferire le sostanze chimiche , ma subito è scattata la protesta a La Maddalena, Cagliari e Brindisi. Restava Augusta, vicina di casa di Alfano. Quindi niet. Taranto niet. Ecco che l’alacre e ignaro di altre manipolazioni di rifiuti tossici nel porto, Scopelliti concede Gioia Tauro.
Intanto, in questi giorni, il cargo danese ha difficoltà a rifornirsi su 560 tonnellate tonnellate di sostanze chimiche, agenti primari come iprite, sarin e gas nervino ne ha caricati solo 16, “e potrebbe ritardare per i violenti scontri tra ribelli ed esercito per le difficoltà diplomatiche per cui gli Stati Uniti non avrebbero potuto prelevare direttamente le sostanze, che comunque stanno facendo opera meritoria, ma soprattutto perché il trasporto è delicatissimo, non è una passeggiata”.
Uzmucu promette che il carico sarà trasferito “senza nemmeno toccare il suolo italiano” direttamente all'interno della nave americana "Cape Ray" tra la fine di gennaio e i primi di febbraio: le operazioni non dureranno più di 48 ore. “Poi la distruzione degli arsenali chimici”, sostiene Belmonte, “ci dicono si farà
in acque internazionali, mediante idrolisi a bordo della Cape Ray, equipaggiata con due sistemi di smaltimento sviluppati dal Pentagono con un reattore al titanio che permette la scissione molecolare e che approderà al porto di Gioia. E le scorie siamo sicuri che nulla resterà in Calabria ?”
Conclude preoccupato Belmonte, “al momento la Germania smaltirà 370 tonnellate e la Gran Bretagna altre 150 tonnellate, ma per i rifiuti derivanti dalla distruzione degli agenti meno pericolosi, l'Opac ha indetto una gara d'appalto internazionale destinata alle industrie chimiche civili, dove finiranno ? Chi ce lo dirà e quale ente territoriale vigilerà sulle operazioni ?”