Il Partito comunista dei lavoratori sulla situazione di Gioia e Reggio
“Reggio Calabria è in un abisso profondo: al porto di Gioia arrivano le armi chimiche siriane, la dichiarazione del dissesto finanziario del comune capoluogo sembra ormai inevitabile, altri centinaia di posti di lavoro stanno per essere liquidati per come si sta sviluppando la vicenda Lsu-Lpu-Multiservizi. L’indignazione non basta più!". E' quanto si legge in una nota del Partito comunista dei lavoratori.
"Proprio mentre si blatera - continua la nota - sulle magnifiche sorti della istituenda città metropolitana la piana di Gioia è minacciata pesantemente in termini di sicurezza della salute e di equilibrio ambientale con i lavoratori del porto che, giustamente, si rifiutano di toccare i container siriani.
Nelle città capoluogo il modello Reggio si inabissa nel dissesto con il rischio di una ulteriore liquidazione di servizi pubblici e nuovi carichi di tributi sulle spalle delle forze sociali più deboli. I responsabili di questa catastrofe dovranno rispondere risarcendo economicamente una comunità cittadina per anni vampirizzata.Ma tutto ciò non potrà avvenire senza una vera e propria sollevazione di massa.
Anni di privatizzazioni e di società miste, il persistere della dominazione di un potere affaristico-mafioso, i guasti provocati dalle politiche economiche di tutti i governi nazionali hanno portato assieme Reggio al collasso. L’unico elemento di rottura è rappresentato dalla capacità dei lavoratori di Reggio di trovare collettivamente coscienza di questo stato di cose e di diventare il soggetto che unifichi chi oggi subisce in silenzio. Né indignazione, né demagogia populista!
La crisi di Reggio sta dentro il fallimento storico di un intero sistema di organizzazione della società. Paghino i responsabili di questo sfascio! Tutti i loro burattini politici vengano mandati a casa; a questa crisi si può rispondere solo con un’alternativa di potere sociale. A Reggio, come in tutta Italia, la sola risposta sta nel governo dei lavoratori"!