Processo “Aemilia”, oltre 140 rinviati a giudizio
Al termine dell'udienza preliminare che si è tenuta stamani a Bologna nell’ambito del processo "Aemilia", il Gup Francesco Zavaglia ha disposto il rinvio a giudizio per oltre 140 degli imputati e due non luoghi a procedere per i soggetti con posizioni minori. All'interno dell'aula 'bunker' che è stata allestita in un padiglione della fiera del capoluogo emiliano, il dispositivo è stato letto a porte chiuse. Il prossimo 11 gennaio inizieranno, invece, i processi per gli imputati che hanno chiesto di essere giudicati col rito abbreviato (in programma tre udienze a settimana), mentre la prima udienza del processo (con rito ordinario) è fissata a Reggio Emilia per il 23 marzo del 2016.
Il processo è scaturito dall’omonima operazione condotta dai carabinieri nel gennaio scorso contro la cosca di ‘ndrangheta dei Grande-Aracri di Cutro, nel Crotonese. Oltre cento persone erano accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, reimpiego di capitali di illecita provenienza, riciclaggio, usura, emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori, porto e detenzione illegali di armi da fuoco, danneggiamento e altri reati, aggravati dal metodo mafioso.
Il blitz colpì 37 presunti appartenenti ai cosiddetti “locali” di ‘ndrangheta di Cutro e Isola Capo Rizzuto, destinatari di altrettanti fermi.
Gli investigatori ritengono di aver ricostruito la struttura della cosca, al cui vertice vi sarebbe Nicolino Grande Aracri, attualmente in carcere, che controllerebbe una zona che si estende fino al catanzarese stringendo anche collegamenti con gruppi che operavano nel crotonese ma anche in Emilia, Lombardia e Veneto.
Tra gli imputati “eccellenti” nel processo che sta per iniziare compare il nome di Vincenzo Iaquinta, ex calciatore della Nazionale italiana, e del padre. Il campione del mondo deve rispondere della violazione di reati in materia di armi, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l'associazione di tipo mafioso; il padre Giuseppe, della presunta partecipazione nell'associazione.