‘Ndrangheta al Nord, 10 condanne a Brescia. Ventotto anni a Grande Aracri
Dieci condanne per 109 anni e sei mesi di carcere e sei assoluzioni. È la sentenza del processo scaturito dall’operazione “Pesci” portata avanti dalla Dda di Brescia, operazione gemella di Aemilia e Kyterion.
A finire sotto accusa sono state 117 persone e l’amministrazione comunale di Mantova per fatti avvenuti nel 2015. Fra i condannati c'è anche il boss cutrese Nicolino Grande Aracri. Per lui la pena da scontare è di 28 anni.
Oltre al boss condanna a 26 anni al suo braccio destro trapiantato nel Nord, a Pietole, Antonio Rocca, e 4 anni a sua moglie Deanna Bignardi; un anno e 9 mesi con la condizionale al figlio Salvatore; 10 anni ad Alfonso Bonaccio, 19 a Giuseppe Loprete, 4 anni e 6 mesi pee Giacomo Marchio, 18 anni a Salvatore Muto, 4 anni ciascuno ai fratelli Ennio e Danilo Silipo.
Sono invece stati assolti Gaetano Belfiore, Antonio Floro Vito, Moreno Nicolis, Salvatore e Rosario Grande Aracri, fratello e nipote del presunto boss.
Tra le parti civili i giudici hanno deciso per l’associazione Libera una provvisionale di 200mila euro.